Rassegna storica del Risorgimento

ASSOLUTISMO ILLUMINATO ITALIA; RIFORMISMO ITALIA; STORIOGRAFIA
anno <1992>   pagina <160>
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Maria Rosa Di Simone
che, mentre i lavori della giunta presieduta da Vincenzo de Miro istituita nel 1718 allo scopo di procedere all'estimo si erano insabbiati nel 1723, la giunta creata nel 1749 sotto la direzione di Pompeo Neri riuscì in breve tempo a portare a termine il suo compito nonostante l'ostilità dell'aristocrazia e del clero. Sulla base dei risultati del catasto, potè essere intrapresa una generale riforma finanziaria ed amministrativa che sopprimeva la tradizionale varietà di situazioni locali per sostituirvi una organizzazione omogenea fondata sulla divisione in comuni e province, gli organi dei quali si formavano sulla base della proprietà fondiaria, seguendo in ciò il criterio usato per la determinazione dei contributi diretti.
Così, mentre si faceva lentamente strada il principio della eguaglianza tributaria, le antiche oligarchie e i privilegi consolidati lasciavano il posto ad una concezione borghese e censitaria della gestione della pubblica amministrazione che trovò riscontro, dopo la fine della guerra dei sette anni, in una serie di provvedimenti come la modifica e poi l'abolizione della ferma generale deputata alla esazione delle imposte indirette, il passaggio delle sue funzioni allo Stato, lo smantellamento dei dazi interni, la riforma monetaria tutti tesi all'affermazione di una concezione più libera, dinamica e razionale delle finanze pubbliche e dell'economia privata.
I rapporti fra lo Stato e la Chiesa, risentirono profondamente dei mutamenti in atto e se già il concordato del 1757 fissava alcuni limiti in materia di diritto d'asilo e di immunità tributarie, negli anni successivi si intensificò una attività legislativa volta a ridimensionare i poteri ecclesiastici in ogni campo, dalla avocazione allo Stato della censura sulla stampa al ripristino del placet e dell'exequatur per la pubblicazione delle disposizioni pontificie, dalla abolizione del foro ecclesiastico e del­l'inquisizione alla riduzione del clero secolare e regolare e al rigido controllo sui vescovi imposto da Giuseppe II, che rinnegò infine il concor­dato come ormai superato.28)
L'assolutismo illuminato, cit.; ID., Dalla pace di Aguisgrana alla battaglia di Lodi, in AA.W., Storia di Milano, voi. XII: L'età delle riforme, Milano, 1959, pp. 267 sgg.; A. ANNOTTI, Stato di Milano (Dominio Asburgico) (1535-1748) e Lombardia austrìaca (1749-1796), Milano, 1966, pp. 41 sgg.; S. CUCCIA, La Lombardia alla fine dell'ancien regime. Ricerche sulla situazione amministrativa e giudiziaria, Firenze, 1971; EAD., La Lombardia in età teresiana e giuseppina, Firenze, 1977; S. J. WOOLF, La storia politica e sociale, parte II. Le riforme e l'autorità: illuminismo e dispotismo, in Storia d'Italia, voi. III. Dal primo Settecento all'Unità, Torino, 1973, pp. 85 sgg.; AA.W., Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nell'età di Maria Teresa, a cura di A. DE MADDALENA, E. ROTELLI, G. BARBARI si, 3 voli., Bologna, 1982; C, CAPRA, // Settecento, in D. SELLA -C. CAPRA, // Ducato di Milano dal 1535 al 1796, in Storia d'Italia, diretta da G. GALASSO, voi. XI, Torino, 1984, .pp. 153 sgg.; CARPANETTO-RICUPERATI, L'Italia del Settecento, cit., pp. 197 sgg.r 293 sgg.; VENTURI, Settecento riformatore, cit., voi. V, 1, pp. 425 sgg. Per una panoramica sull'evoluzione della storiografia in materia cfr. E. ROTELLI, Fra Stato nazionale e Stato moderno. Storia della storiografia sulle riforme lombarde del Settecento, in AA.W., Economia, istituzioni, cultura, cit., voi. Ili, pp. 21 sgg.
28) cfr., oltre ai contributi su Vita religiosa e giurisdizlonalismo, in AA.W., Economia, istituzioni, cultura, cit., voi. II, pp. 729 sgg., anche CAPRA, Il Settecento, cit., pp. 380 sgg., 491 sgg. e l'ampia bibliografia pp. 651 sgg.