Rassegna storica del Risorgimento

PAVIA (PROVINCIA) RIFORMA 1794
anno <1992>   pagina <176>
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Chiara Porqueddu
di ceto. È prevalso l'antico spirito esclusivo ed il fumo longobardico, commenta irritato il Fantoni, ovvero il voto dei non estimati e meno facoltosi decurioni contro quello di alcuni più previdenti, come il Bei-credi e il Botta, che peroravano un'equa apertura.23)
Si deve precisare in proposito che all'interno del consiglio civico non c'è una posizione univoca. Ad esempio il marchese Luigi Malaspina, membro della Congregazione generale, condivide gran parte delle riven­dicazioni dei possessori provinciali e collabora con loro per la soluzione della vertenza. È l'unico decurione ammesso alle riunioni riservate. Evidentemente sensibile alle idee che circolano in questo periodo in Lombardia, convinto che il diritto di amministrare spetti ai possessori dotati di censo, il Malaspina sarà non a caso coinvolto in prima persona nel periodo cisalpino. Farà parte infatti della prima municipalità sotto i Francesi e poi del Consiglio Legislativo del Dipartimento del Ticino.24)
Ora adunque egli è tempo di agir virilmente e ridurre cotesto Consiglio [...] alli stretti confini della civica rappresentanza ; così espresso dal Fantoni è ormai questo l'intendimento degli estimati di fronte alla totale mancanza di disponibilità del patriziato.25) Ma per ora dal ceto dei cittadini e dei nòbili può venire poco sostegno alla causa degli estimati provinciali. Questi due gruppi sono particolarmente deboli, perché da poco entrati a far parte della vita politico-amministrativa, ma soprattutto perché i loro esponenti sono molto intimiditi dai patrizi coi quali, nella città piccola, sono inevitabilmente spesso a contatto. Lo stesso Fantoni, pur
non interrotta per il tratto di ducento anni presso lo stesso Consìglio Generale e che avranno descritto in loro testa l'estimo di scudi 4000 a norma della rifforma censuaria . Ciò vuol dire in effetti escludere qualsiasi nuova ammissione.
23) Cfr. lettera non firmata, ma senz'altro da attribuire, attraverso il confronto calligrafico, al conte Giacomo Fantoni, indirizzata a Giuseppe Vitali Rizzi, 22 aprile 1792, ibidem. Per la ricostruzione della personalità culturale e politica di uno dei decurioni propensi a un certo allargamento del consiglio cìvico, Giuseppe Gaspare Belcredi, si rinvia ad ALESSANDRA FERRARESI, La miscellanea Belcredi, in ALESSANDRA FERRARESI -ALBERTA MOSCONI GRASSANO - ANTONIA PASI TESTA, Cultura e vita universitaria nelle miscellanee Belcredi, Giardini, Ticinensia, Milano, Cisalpino, La Goliardica, 1986, pp. 17-76.
24) Per quanto riguarda la parte avuta dal Malaspina nella Cisalpina si veda DE PAOLI, op. cit.t pp. 37 e 60. Che Luigi Malaspina condividesse" la linea seguita dai rappresentanti della Congregazione generale degli estimati risulta da numerosi docu­menti. Tra gli altri ricordiamo una lettera di Giuseppe Vitali Rizzi a Benedetto Arese Lucini del 29 gennaio 1792, che si trova in ASCP, Archivio Meriggi, e. 158, in cui promette la propria presenza a una prossima riunione degli estimati aggiungendo: In confidenza posso anche lusingarmi del intervento del Marchese Malaspina quale se bene Decurione si mostra malcontento che sia cosi stato avvillito questo corpo {ovvero la Congregazione generale) . Il Malaspina sarà d'ora in poi considerato a pieno titolo dai possessori provinciali uno degli amici della giusta, buona causa , come gli stessi amavano definirsi tra di loro (si veda in tal senso ad esempio la lettera di Benedetto Arese Lucini a Giuseppe Vitali Rizzi del 24 maggio 1793, che si trova ibidem).
29 Cfr, lettera del conte Giacomo Fantoni del 22 aprile 1792. ibidem.