Rassegna storica del Risorgimento
PRINCIPATO CITRA STORIA 1806
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1992
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Il Principato Citra nel 1806
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III. Dall'insorgenza al brigantaggio.
La resa di Maratea e lo scioglimento di molte delle masse borboniche che per sei mesi avevano accanitamente conteso ai francesi il Cilento ed 1 Vallo di Diano segnò la fine dell'insurrezione. Battuta in campo aperto, essa si sarebbe d'ora in poi manifestata sotto le forme, non meno insidiose, della guerriglia, finendo col degenerare rapidamente in vero e proprio brigantaggio.
Già il 10 settembre Marius Clary, aiutante di campo nonché nipote di Giuseppe Bonaparte, riferiva da Salerno delle gravi difficoltà in cui versava il generale Montbrun, comandante militare della provincia.50* Questi, infatti, disponeva di non più di 1.500 uomini effettivamente atti al servizio, giacché gli affetti da febbri malariche erano numerosissimi, e persino les hommes les plus robustes non resistevano alle fatiche eccessive ed ai disagi del clima. La mortalità era pertanto altissima, e veniva valutata in una sessantina di perdite al (mese. I depositi che i reggimenti di Massena avevano lasciato al loro passaggio non erano in migliori condizioni, composti com'erano di malati, di inabili e di ausiliari, tutti plus propres à embarasser qu'à se rendre utiles. Dopo aver riferito sulla situazione dei posti militari della Duchessa, di Auletta, di Sala e di Casalnuovo, e delle altre truppe stanziate nel Vallo di Diano, Clary sottolineava l'urgenza di dare il cambio ai presidi di Sala e Casalnuovo, perché i reparti che vi erano stanziati erano presque reduits à rien a causa dell'aria malsana che affliggeva il Vallo di Diano, e che aveva effetti fulminanti e micidiali sui fisici dei militari francesi ad essa non assuefatti: les hommes sont saisis tout-à-coup de la fièvre, tombent raides et meurent au. bout de deux jours. Ad aggravare le già pessime condizioni igienico-sanitarie delle truppe contribuiva inoltre il tempo pessimo. Sfavorevolmente colpito dall'ostilità e dalla violenza dei contrasti di un clima generalmente ritenuto paradisiaco, Marius Clary infatti osservava: La pluie est continuelle depuis que je suis ici; elle fatigue extre-mement le soldat dans ses marches, et lui donne les fièvres par les exalations qu'elle fait sortir d'une terre qui a été longtemps échauffée par un soleil brulant .
Oltre che affaticati dalle continue marce ed insidiati dalle febbri malariche, i soldati erano anche pressoché scalzi a causa dell'eccessiva usura delle calzature, come nel caso del 14 battaglione della colonna Lamarque, ridotto a soli 150 uomini, dei quali la plupart sont pieds nuds .
Negativa risultava poi la situazione, sempre secondo Clary, per quanto riguardava lo spirito di disciplina e di coesione che avrebbe dovuto
so ANP, 381 AP 9, fase. M. Clary, rapporto da Salerno del 9 settembre, e da Lagonegro dell'I 1; cfr. F. BARRA, La missione dì Marius Clary, cit., pp. 119-124, dove sono riportate interessanti notizie relative all'arresto* effettuato il 13 settembre, di mons. Ludovici, vescovo di Polieastro, il quale, del tutto infondatamente, a causa del ruolo da lui esercitato nel '99, era ritenuto responsabile dell'insurrezione filo* borbonica.