Rassegna storica del Risorgimento

PRINCIPATO CITRA STORIA 1806
anno <1992>   pagina <312>
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Francesco Barra
animare i capi dei reparti operativi. In costoro, abbandonati in pratica a se stessi ed alla propria autonoma capacità d'iniziativa, venivano infatti inevitabilmente alla luce tutte le degenerazioni tipiche di ogni esercito disperso sul territorio ed alle prese, in un ambiente sconosciuto ed ostile, con una guerriglia crudele ed insidiosa; fenomeno che, già evidente durante la campagna napoleonica nel Mezzogiorno, avrebbe raggiunto, con cata­strofici effetti, il proprio culmine in Spagna.
Altra annotazione interessante Clary faceva a proposito della brutalità e dell'indiscriminatezza della repressione militare, la quale, avvitandosi in una fatale spirale di violenza con l'insorgenza, diveniva essa stessa causa di ribellione e di brigantaggio, come già avevano osservato il colonnello Sferoìtz ed il maresciallo Massnna:
Je ne crois pas devoir taire à Votre Majesté le roauvais effet que fait ici le sac et la destruction des villages, Les soldats sont revenus du Cilento chargés de botin et d'argent; les brigands n'en souffrent point, et les propriétaires armés pour nous et qui sont ruinés par ces mesures prennent d'autres armes et doublent le nombre de nos ennemis.
Il riflusso dell'insurrezione, ormai battuta dovunque in campo aperto, e l'approssimarsi della stagione invernale avrebbero fatto presto prendere riteneva Clary à cette guerre une autre face. Le bande, ricacciate dai centri abitati, sarebbero state infatti costrette a rifugiarsi sui monti e nei boschi, dove, per sopravvivere, avrebbero dovuto suddividersi in piccoli nuclei, dediti al banditismo spicciolo. Questa nuova situazione avrebbe imposto un nuovo sistema repressivo, basato su forti colonne mobili, destinate a proteggere i centri maggiori e le vie di comunicazione, e che sarebbero risultate assai più efficaci dei piccoli distaccamenti isolati.
E se questi erano i problemi dei militari, non minori certamente erano quelli dei funzionari civili. Delle gravissime difficoltà incontrate dalle nuove autorità governative nel controllare il territorio, e persino ad inse­diarsi stabilmente su di esso, costituisce testimonianza efficace la situa­zione del sottintendente di Vibonati, Giovanni Franchini. Ancora alla fine dell'ottobre 1806, infatti, questi era impossibilitato a fissare la sua residenza a Vibonati, nominalmente sede della Sottintendenza, perché quel paese ben spesso viene infestato dai briganti, i quali replicate volte han formato punto di riunione tanto in esso quanto in Torraca, Lauria, Maratea, Sapri ed altri luoghi di quel Circondario .5n Di talché egli venne autorizzato dal ministro a stabilirsi a Vallo, che però soltanto col decreto del 4 maggio 1811 divenne ufficialmente sede di Sottintendenza.
Anche il sottintendente di Sala, Benedetto Caprile, si trovò a fron­teggiare una situazione quanto mai torbida e pericolosa, che egli così riassumeva in un suo rapporto del 4 ottobre 1806, estendendo le sue interessanti osservazioni critiche all'intero Principato a sud del Sele: 52>
5W ASN, Interni, fase. 2207, rapporto dell'intendente Charron del 22 ottobre 1806.
52) Ibidem, rapporto del sottintendente B. Caprile all'intendente Charron, Sala 4 ottobre 1806.