Rassegna storica del Risorgimento

PRINCIPATO CITRA STORIA 1806
anno <1992>   pagina <313>
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U Principato Citta nel 1806
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La provincia è bagnata dal mare per tutta la sua estensione orientale. È facile in conseguenza d'essere attaccata, come è avvenuto, dagl'Inglesi, che profittano molto della di loro preponderanza sul mare. Nel 1799 died'essa le pruove più dispiacevoli del suo genio per lo brigantaggio; non sono state diverse le attuali. [...]. In codesto Distretto [di Sala] si sono manifestate dell'insurrezioni, e precise nelli paesi che si segnalarono a detta epoca nella rivolta. In questo esistono numerose orde di briganti, che profughi dalle di loro padrie distrutte, infestano le strade e mettono a contribuzione le Comuni. In quello di Bonati [Vibonati], poche sono le Terre nelle quali vi regna il buon'ordine. Nel Vallo di Policastro, non vi è Commune che paghi l'imposta da gennaio. In quello di Diano, molte fanno lo stesso. Il Percettore, privo di forze per astringerle, ha un attrasso di oltre ducati 48.000 sempre crescente.
Finalmente si osserva in tutta la provincia un sordo male umore, fomentato con proclami e notizie allarmanti che sparge ad arte il nemico dalla sua favorevole posizione dì Capri. Può tutto ciò produrre da un momento all'altro qualche funesta conseguenza, che l'attuale forza militare non basterebbe ad evitare. Le Guardie provinciali non esistono che di nome e per apparenza: le poche su delle quali potrebbe contarsi sono senz'armi, senza denaro e senza disciplina.
[...] L'idra delTinsurgenza obbliga giornalmente l'Armata francese a battersi in dettaglio con li briganti, armati dalla disperazione ed agguerriti dalle di loro perdite. Le Comuni intanto, oppresse ed esaurite dalli briganti egualmente che dalli soldati, sono inabilitate a pagare l'imposte. L'agricoltura rimane negletta. La pastura distrutta. L'arti abbandonate. È inevitabile quindi che l'Armata divenga debole, il Regio erario esausto, la campagna incolta, la popolazione miserabile.
Per la risoluzione di tanti mali e problemi, da lui indicati con acuta ed impietosa analisi, il sottintendente di Sala sapeva però proporre soltanto la costituzione nella provincia di una forza permanente e sempre attiva di 1.200 volontari, di cui sottoponeva all'intendente Charron un suo piano di organizzazione.
Analoghe ed altrettanto amare considerazioni faceva lo stesso inten­dente Charron alla fine di novembre:53)
Riflettendo sullo spirito pubblico in generale, e sullo stato delle cose, pare che il malcontento cresce sempre più, e che i mezzi stessi che s'impiegano per farlo cessare l'aumentano.
Il nemico ci fa una guerra picciola in apparenza, ma che merita la più grande considerazione. Esso fomenta un partito, che lo spirito d'indipendenza e l'amore del saccheggio rende sempre più forte e numeroso. Le nostre truppe e le Guardie provinciali che sono destinate a reprimerlo entrano nei Comuni, frenano i disordini momentanei, ma un altro ne nasce; il bisogno di mantenerle obbliga ristessi Comuni a requisizioni, ratizzi ed imprestiti che allarmano gli spiriti ed accrescono il malcontento.
E, ancora più drammaticamente, Charron era costretto di lì a poco a riferire al ministro dell'Interno della marea brigantesca, che, oltre a
53) Ibidem, rapporto dell'intendente Charron al ministro dell'Interno, Salerno 20 novembre 1806.