Rassegna storica del Risorgimento

PRINCIPATO CITRA STORIA 1806
anno <1992>   pagina <314>
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314 Francesco Barra
paralizzare l'amministrazione e l'azione governativa, andava montando dal Cilento e dal Vallo di Diano, minacciando di sommergere l'intera provincia:M)
11 prospetto che mi si offre dello stato della provincia si rende sempreppiù doloroso e deplorabile. I briganti da per ogni dove sono dispersi apportano la desolazione, la costernazione e il terrore. Non risparmiano essi né le vite né le proprietà degli attaccati al governo. Il di loro numero si è aumentato all'estremo a corrispondenza che si va distruggendo il minimo degli attaccati. Non è solo il Vallo di Policastro, ed i luoghi limitrofi, ma il Vallo di Diano lo più popolato ancora in aperta insurrezione.
Per le ultime notizie pervenutemi, sento che sotto Sicignano hanno massa-grato il sìg. Raffaele Cito governatore di Brienza nominato dal governo, con altre sei persone, tra' quali la moglie, in atto che fuggiva da Sala. Hanno svaligiato i viaticali, e con tali atroci ed enormi delitti hanno del tutto intercettato il commercio. [...] Checché ne sia di quella truppa che nel Vallo di Diano trovavasi, io affatto ne ignoro la sorte.
Sento all'ultimo incontro che Cammarota forse a quest'ora sia stata espugnata, ed in mano de' briganti, perché penuriava di viveri. Se questo accade, è indubitabile che [i briganti del Cilento e del Vallo di Diano] si danno la mano, e può il governo calcolare che ha più di quattromila nemici armati [...].
In questa situazione sollecito gli ordini del governo onde sia al più presto destinata una forza imponente che possa una volta per sempre disperdere i briganti e restituire la pace ai buoni. Se la spedizione sarà fatta al momento del bisogno io assicuro V.E. che non costerà molto ad annientarli, ma se si tarda, crescendo i briganti nel numero maggiore, occuperanno tutte le posizioni vantaggiose, e allora daranno molto da pensare e travagliare.
In realtà, Caprile e Charron dovevano rivelarsi facili profeti a pro­posito della cronicizzazione del brigantaggio, che infatti, dopo una fase calante attraversata nel 1807 e nel 1808, avrebbe conosciuto nell'estate del 1809 una virulenza paragonabile, e quantitativamente e qualitativamente, soltanto all'insurrezione del 1806. La repressione pressoché totale del feno­meno si sarebbe avuta infatti soltanto nell'inverno 1810-1811. Il vecchio sanfedismo si estinse col brigantaggio, e nuovi ideali politici cominciarono a farsi strada nella ristretta cerchia della borghesia provinciale. Le con­quiste politiche, civili e sociali del Decennio costituivano ormai una realtà acquisita, che neppure la caduta della monarchia murattiana e la restaura­zione borbonica sarebbero valse a riporre in discussione.
FRANCESCO BARRA
54) Ibidem, rapporto dell'intendente Charron al ministro dell'Interno, Salerno 21 novembre 1806. All'allarmata denuncia dell'intendente il ministro rispose assicurandogli che una forza militare conveniente sarebbe stata stabilita nel Vallo di Diano, mentre si sarebbe dovuta selezionare la composizione della Guardia provinciale, chia­mando a comporta i possidenti locali interessati al mantenimento dell'ordine,