Rassegna storica del Risorgimento

FESTE CIVILI ROMA 1846-1848
anno <1992>   pagina <322>
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Luciano Nasto
che in breve raggiunse E Quirinale ove ricevette la benedizione di Pio IX. A capo del corteo era Ciceruacchio che impugnava la bandiera del popolo. Il nuovo anno era quindi iniziato con una manifestazione che, a differenza delle precedenti, non aveva avuto come protagonista primario il Pontefice, bensì, accanto a lui, si era questa volta distinta la massa popolare.
La Capitale nei primi giorni di febbraio fu visitata dall'economista inglese Riccardo Cobden e -da Massimo d'Azeglio festosamente accolti dai liberali romani che organizzarono in loro onore alcuni banchetti pubblici. I due ospiti furono ricevuti anche dal Santo Padre.26) L'intensificarsi del­l'attività del partito nazionale, produceva risultati relativamente rile­vanti; anche per questa ragione i gruppi più. avanzati intensificarono l'organizzazione delle manifestazioni considerandole, a ragione, un impor­tante strumento per la direzione dell'opinione -pubblica.
H 21 aprile 1847 fu celebrato il Natale di Roma, una ricorrenza che al contrario di quanto si potrebbe pensare mancava di una lunga tradi­zione. I promotori di questa giornata, nella quale fu presente un certo spirito proto-nazionalistico e che fu caratterizzata da una forte esaltazione della storia cittadina, furono Pietro Sterbini, Francesco Orioli, Angelo Brunetti, il capo rione Giuseppe Fabiani e altri che contribuirono in seguito a formare il Circolo popolare. Neppure questa volta Pio IX fu il protagonista unico della festa, non comparvero sue effigi, non si udirono grida entusiastiche in suo onore, fu soltanto ricordato nei discorsi degli oratori,27) uno dei quali era Massimo d'Azeglio giunto di nuovo a Roma. Sul monte Esquii ino, presso le terme di Tito, fu organizzato un impo­nente banchetto: attorno alle tavole disposte in modo da formare una grande stella dai sette raggi, sedettero circa 800 commensali. Al centro della raggerà, secondo il progetto dell'architetto Vernier, erano state poste le statue di Numa Pompilio e di Romolo; su tutto dominava la statua di Roma guerriera con ai piedi la lupa nell'atto di allattare Romolo e Remo.28) Attorno alla tavola era stato organizzato un grande spazio
le file a cinque per cinque e dopo che le prime furono giunte a palazzo, si divisero in due lunghissime fila [ai lati della strada] a destra e sinistra per far passare quelle delle Università e le altre infinite che ve ne erano . Dopo la benedizione fu cantato un inno che, dice l'anonimo autore di questa cronaca, fu scritto a bella posta dal celebre conte Marchetti di Bologna e posto in musica dall'immortale Rossini. Se ne trascrive qualche strofa: Inno a Pio IX: Del nuovo anno già l'alba primiere / di Quirino la Stirpe ridesta / E l'invita alla bianca bandiera / che il Vicario di Cristo innalzò / esultate o fratelli. Accorrete / Nuova gioia a noi tutti si appresta / All'eterno preghiera porgete / per colui che la pace donò / su rompete le vane dimore / Tutti al Trono accorrete di Pio.
26) Il Contemporaneo, Roma, 20 febbraio 1847.
27) Ivi, Roma, 21 aprile 1847.
28) Il natalizio di Roma e Pio IX, foglio a stampa; sta in Miscellanea 22.6.C.2. 1848, p. 2, BSMC. Ai piedi di questo gruppo si notava questa scrìtta: Roma sono, città etema, due volte regina, compio oggi XXVI secoli. Ma ho gioventù immortale. Iddio mi volle dominatrice e maestra di popoli. Voi figlioli miei abbraccio se imitatori della virtù degli avi. Festeggiate il nuovo secolo che comincia a patto che sia per voi secolo di valore di concordia e di gloria. Ho consegnato i destini vostri a beni gnissimo principe in cui fido. W Pio IX ,