Rassegna storica del Risorgimento
FESTE CIVILI ROMA 1846-1848
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1992
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Luciano Nasto
Alle sei del pomeriggio fu cantato un solenne Te Deum di ringraziamento nella Basilica di Santa Maria degli Angeli: poco dopo nella sala del gioco del pallone, in via delle Quattro Fontane, ebbe inizio una festa da ballo popolare che concluse la giornata al suono di un'orchestra.47)
L'azione che il partito nazionale aveva progressivamente intrapreso a Roma, necessitava di un coinvolgimento sempre maggiore del popolo al fine -di ingrossare le fila del movimento favorevole alle riforme. Non era un'operazione di facile conduzione in quanto occorreva essere ad un tempo i trascinatori e gli educatori della massa, ma ciò doveva essere fatto con estrema attenzione, senza commettere errori che potessero generare la reazione della già sospettosissima Curia.
Le tesi dei liberali poterono essere ascoltate dal popolino romano attraverso l'instancabile attività di gruppi di intermediari, il più noto dei quali fu, come già accennato, Ciceruacchio, capo rione del rione Cam-pomarzio. Nel 1847 Angelo Brunetti era ormai un uomo celebre: Giuseppe Montanelli, Massimo d'Azeglio,48) Vincenzo Gioberti avevano voluto conoscerlo personalmente. Quest'ultimo vedeva nel vigoroso venditore di vino riflesse le antiche virtù romane: Roma moderna può vantarsi di Ciceruacchio come l'antica di Cicerone ed ancora in una lettera all'amico Claudio Dalmazza scriveva: Abbraccia in nome mio il Menenio Agrippa dell'età nostra e voglio dire il Ciceracchio ,49) Il suo carisma era forte, le cronache ricordano come fosse riuscito a sedare un tumulto antisemita
sormontato da queste parole: oggi compie un anno / che vide Roma inalberato / sulle vette del Quirinale: un vessillo: Pio IX P.O.M. / Avea scritto / DIO e Patria . Sulla facciata di palazzo Bertini era visibile questa frase tratta dalla Bibbia e molto adatta agli scopi dei giobertiani: Io il Signore che fho inviato / Io che t'ho chiamato nella giustizia / prenderò la tua mano / ed avrò cura di te / ti farò Alleanza del popolo / e luce delle nazioni ,
W Descrizione della festa, cit.
48) Massimo d'Azeglio e Ciceruacchio furono ospiti del comune di Zagarolo che organizzò una festa in loro onore t 6 maggio 1847. Notizia reperita in A. VENOSTA, Ciceruacchio o Roma, Roma, 1851, p. 61. Per quanto concerne la figura del capo rione si può dire che la divisione della città di Roma in quattordici rioni fu opera dell'Imperatore Augusto. Il capo del rione acquistò prestigio durante il periodo oscuro del basso medioevo. La sua funzione era principalmente volta a sedare le risse e le liti da strada. Oltre a questo ruolo di paciere, il capo del rione deteneva una limitata giurisdizione riguardo alla sorveglianza delle strade e quindi alla pubblica sicurezza. In caso di emergenze, allagamenti o incidenti di altro tipo, era suo compito provvedere ai primi soccorsi. I capi rione che più volte sono stati menzionati, furono gli ultimi che i romani ebbero modo di conoscere. Al suo ritorno dall'esilio, nel 1850, uno dei primi provvedimenti di Pio IX fu quello di sopprimere le antiche figure, ormai più che sospette, sostituendole con dei Capi regione , non casualmente scelti tra la nobiltà. Queste notizie sono state tratte da COSTANTINO MASS,. Curiosità romane, Roma, 1983, voi. Ili, pp. 131 sgg.; vedi, inoltre, GIUSEPPE BARACCONI, / rioni di Roma, Roma, 1976, pp. 17 sgg.
49> G. MASSARI, Ricordi biografici e carteggi di Vincenzo Gioberti, Napoli, 1862, tomo III, p. 287; LEOPOLDO SANDRI, Vita di Ciceruacchio, Roma, 1941, p. 12.