Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI CATTOLICI ITALIA 1881-1887; ITALIA POLITICA COLONIALE
anno <1992>   pagina <346>
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Claudio Carli
modo esso pure d'impadronirsi di qualche importante colonia .3) In un articolo dell'I 1 febbraio inoltre, il quotidiano diocesano cremonese esaltava la figura dei soldati italiani apportatori di civiltà nei selvaggi lidi d'Africa , e pur lamentandosi del fatto che l'impresa fosse stata promossa da uomini del tutto privi del sano principio rigeneratore della fede cristiana, non esitava ad affondare a piene mani nella retorica patriottica, per lodare l'avventura appena iniziata, ricordando le grandi glorie del passato, il rapace dominio delle aquile romane in Egitto o i favolosi possedimenti delle antiche repubbliche marinare, che cotanto illustrarono il nome d'Italia.31) L'impresa a cui l'Italia si stava accingendo, sfruttare cioè i commerci e i tesori inesplorati dell'Africa e, allo stesso tempo, portare la civilizzazione ai barbari, era definita dal giornale lombardo grandiosa, nobile, generosa e utile, e nella sua stessa naturalezza porta la propria giustificazione.32)
A distanza di soli pochi mesi, nell'estate del 1885, una volta resisi conto del sostanziale fallimento della missione coloniale, e dell'assoluta mancanza di obiettivi precisi da seguire in territorio africano, molti tra i giornali conciliatoristi mutarono decisamente atteggiamento, investendo, con una serie di pesanti critiche, il governo e, in particolare, il ministro Mancini, dimessosi con tutto il resto dell'esecutivo il 18 giugno precedente.
La Rassegna italiana, commentando la terribile eredità lasciataci dal Ministro Mancini,33) nel luglio 1885 sottolineava il fatto che: per impadronirci di lande malefiche e sabbiose, malefiche così che nessuno ce le contendeva, noi buttavamo la vita dei nostri soldati, e lo scarso oro delle nostre finanze, con una prodigalità criminosa.34) Anche l'auto­revole Moniteur de Rame,35) riportando i vari discorsi tenuti alla Camera
30) Messaggere di Cremona, 7 febbraio 1885, Le spedizioni.
31) Messaggere di Cremona, 11 febbraio 1885, I nostri soldati.
32) Messaggere di Cremona, 14 marzo 1885, Ansietà.
33) Rassegna italiana, fase. Ili, agosto 1885, Rassegna politica, p. 279.
34) Rassegna italiana, fase. Ili, luglio 1885, Rassegna politica, p. 141.
35) L'esatta collocazione del quotidiano romano in lingua francese, all'interno del conciliatorismo italiano, presenta ovviamente delle difficoltà non trascurabili, consi­derando la sua posizione di portavoce ufficioso della Santa Sede, particolarmente destinato a far conoscere nel resto d'Europa l'esatta posizione del papa su questioni di carattere generale, non ultima quella dei rapporti Stato-Chiesa in Italia. In ogni caso è innegabile che il Moniteur de Rome, fondato nel 1882 da mons. Galimberti, per il tono moderato e lontano dalle rivendicazioni tempora! isti che degli intransigenti e per il favore con cui valutò le varie ipotesi conciliative, pur senza sbilanciarsi oltre i limiti della prudenza, divenne un autentico punto di riferimento per tutti i gruppi conciliatoristi del paese. Il suo atteggiamento apertamente favorevole alla conciliazione nel primo semestre del 1887, fece nascere grandi speranze, specialmente tra coloro che, come mons. Bonomelli, erano perfettamente a conoscenza dell'autorevolezza della fonte ispiratrice del giornale, tanto da potersi sbilanciare affermando con convinzione che là batte il cuore del papa (la frase è contenuta in una lettera inviata 1*11 aprile 1887 dal Bonomelli al barone Antonio Manno, promotore dell' Unione conservatrice di Torino e citata da M. ZUCCHI nella Prefazione alla Bibliografìa storica degli Stati della monarchia di Savola, voi. X, Torino, F.1.U Bocca, 1934, p. XXI).