Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI CATTOLICI ITALIA 1881-1887; ITALIA POLITICA COLONIALE
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1992
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347
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La stampa concìliatorìsta e le colonie, 1881-1887 347
dal Mancini, nel tentativo di giustificare il proprio operato, metteva l'accento sull'isolamento internazionale del paese, provocato dalla politica africana del ministro,36) nonché sull'evidente possibilità di un pericoloso scontro con gli abissini, cèrtamente non preventivato dal ministro degli Esteri.37)
Lo stesso Messaggere di Cremona, il cui entusiasmo per l'impresa, nella sua fase iniziale, era stato evidentissimo, già nel luglio 1885 trasformava il suo giudizio in maniera decisamente negativa, soprattutto riguardo all'operato del Mancini, sulla cui coscienza pesava quella spedizione, definita ora brutalmente un delitto .38>
In questo modo il giudizio della stampa concìliatorìsta veniva avvicinandosi nettamente a quello dei giornali intransigenti, anche se non arrivò mai ad augurarsi, come fece la Civiltà cattolica, che la situazione di impasse in Africa, potesse avere delle conseguenze sulla sorte del regime liberale: con ogni certezza può fin da ora asserirsi affermava infatti la rivista dei gesuiti, che il fallimento dell'Impero coloniale nell'Africa, sarà pagato a suo tempo dalla Monarchia nazionale in Italia, ridottasi in una situazione senza via d'uscita, giacché se si va avanti è il precipizio, se si resta è il danno, se si torna indietro è la beffa.39) Va notato tuttavia, che dn questa occasione la stampa intransigente si distinse per una serie di prese di posizione anti-colonialiste, decisamente valide e significative, mettendo tra l'altro in relazione la politica espansionista del governo, con i problemi interni del paese e con la necessità di distogliere l'attenzione popolare da questi ultimi, fossero essi le convenzioni ferroviarie o la crisi agraria.*)
La già citata Civiltà cattolica infatti, commentando nell'aprile del 1885 gli sviluppi dell'impresa del Mar Rosso, si chiedeva come potesse un maestro di diritto antico e nuovo, qual è Pasquale Mancini, chiamare diffusione della civiltà quest'arbitrio di prepotenza.41) E ad essa faceva eco l'Osservatore cattolico, ammonendo che la civiltà non si porta sulla punta delle baionette o sulla bocca dei cannoni e civilizzare un popolo non è vincolarlo con leggi e sorvegliarlo con polizie ,42> correndo il rischio di degradare l'innocenza dell'indigeno, alle bassezze della civiltà atea europea.
36) Moniteur de Rome, 8 maggio 1885, M. Mancini et la politique coloniale.
37) Moniteur de Rome, 11 aprile 1885, Bullette politique.
38) Messaggere di Cremona, 25 luglio 1885, Cronaca politica.
39) Civiltà cattolica, serie XII, voi. XI, fase. 843, 20 luglio 1885, Dell'Impero coloniale d'Italia, pp. 267-268.
40) Rainero sottolinea la congiunzione tra le posizioni dei deputati operaisti, come Andrea Costa, e molti esponenti cattolici nel mettere in luce questa manovra del governo, cfr. R. RAINERO, L'anticolonialismo italiano da Assab ad Adua, Milano, Ed. di Comunità, 1971, pp. 50-51.
41) Civiltà cattolica, serie XII, voi. X, fase. 836, 18 aprile 1885, Della impresa italiana in Africa, p. 134.
42) Osservatore cattolico, 19 marzo 1885, Politica coloniale e civiltà.