Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI CATTOLICI ITALIA 1881-1887; ITALIA POLITICA COLONIALE
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1992
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Claudio Carli
missionario Guglielmo Massaja, rendeva onore a quei grandi uomini che avevano piantato con fatica i germi della vera civiltà, là dove ora finalmente sventolava la bandiera italiana.62) E il medesimo entusiasmo coloniale sarà testimoniato in più occasioni dalla stessa Rassegna nazionale, anche se per la rivista fiorentina è necessario fare un discorso a parte, sia per la sua fondamentale importanza nel quadro del conciliatorismo italiano, sia, e soprattutto, perché sul tema del colonialismo avrà degli atteggiamenti non sempre univoci, a volte anche sostanzialmente divergenti.
Come nettamente divergenti sono anche i giudizi di alcuni degli storici che hanno affrontato questo tema.
Per Glauco Licata la rivista dei conservatori fiorentini, pur segnando un progressivo spostamento verso posizioni colonialiste, non si fece afferrare incondizionatamente dalla febbre coloniale, né all'inizio dell'avventura di Massaua, e nemmeno nel successivo periodo Crispino, divenendo accesamente colonialista solo nel periodo giolittiano.63)
Di parere diametralmente opposto è invece Luigi Ganapini, il quale riconosce solo nel periodo di Tunisi l'adesione della rivista a posizioni moderate, mentre per gli anni successivi, già a partire dal 1885, individua un mutamento d'opinione molto marcato, che con un'escalation di interventi sempre più convinti, finirà per collocare la Rassegna nazionale tra i principali sostenitori dell'espansione coloniale, già nel 1887, in quel clima di euforia conoildatorista che contagerà tutto il cattolicesimo transigente, concorde, secondo il Ganapini, nell'esaltazione incondizionata del colonialismo.64)
In realtà sembra assai difficile poter propendere per runa o per l'altra di queste tesi, così distanti tra loro: assai illuminanti sono, invece, al riguardo, alcune osservazioni formulate da Ornella Confessore,6) la
in maniera profonda questioni legate al rinnovamento ecclesiastico e religioso. Tra le motivazioni principali di questi gruppi rosminiani vi erano il rifiuto di ogni dogmatismo, la ricerca del libero confronto di opinioni in campo ecclesiastico, il tentativo di limitare gli ambiti soggetti alle definizioni ex-auctoritate: di qui la difesa appassionata di personaggi spesso in contrasto con la posizione ufficiale del papa e con la Curia romana, come i vari Dupanloup, Ketteler e Newman. Tali atteggiamenti furono naturalmente all'origine delle polemiche, spesso molto violente, con gli intransigenti milanesi, i quali, sfruttando fin dagli anni '60 la presenza tra le file dei rosminiani di molti sacerdoti in odore di clerico-liberalismo, ebbero gioco facile nell'identificare ìn Antonio Rosmini la sorgente di tutti gli errori filosofici e teologici moderni, e nell'adoperare in funzione politica quella che veniva mascherata come disputa filosofica.
62) La Sapienza, novembre-dicembre 1886, Notizie letterarie e scientifiche, p. 462.
W) G. LICATA, La Rassegna nazionale. Conservatori e cattolici liberali italiani attraverso la loro rivista (1879-1915), Roma, Ed. di Storia e Letteratura, 1968, pp. 104-105. Licata riprende qui, approfondendole, posizioni simili, già espresse da altri storici, come G. CANDELORO, cfr. nota 25, e A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, Torino, Einaudi, 1971, III ed., p, 296.
64) L. GANAPINI, Il nazionalismo cattolico, I cattolici e la politica estera in Italia dal 1871 al 1914, Bari, Laterza, 1970, pp. 48-56.
<> O. CONFESSORE, La Rassegna nazionale e la politica coloniale crispina (1893-1896), in Rassegna storica del Risorgimento, gennaio-marzo 1967, pp. 6-11.