Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI CATTOLICI ITALIA 1881-1887; ITALIA POLITICA COLONIALE
anno
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1992
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pagina
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353
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La stampa conciliatorista e le colonie. 1881-1887 353
quale mette in luce, per il periodo 1893-96, la coesistenza all'interno della rivista di due gruppi nettamente opposti, uno decisamente favorevole all'espansionismo, l'altro disposto ad appoggiare una penetrazione pacifica, ma non ulteriori conquiste militari, per le inevitabili conseguenze politiche ed economiche che ne verrebbero, fortemente convinto che l'inizio dell'impresa africana era stato uno dei più grandi errori commessi dalla classe politica italiana.
A mio parere il rilievo proposto dalla Confessore, non solo può essere accettato, ma sicuramente deve essere anticipato di parecchi anni, almeno al periodo 1885-87. Già in questo triennio, infatti, è possibile distinguere, nella rivista, la compresenza di posizioni diverse, in relazione all'argomento coloniale.
Una linea di costante e coerente opposizione all'impresa africana fu sostenuta nella rubrica dedicata all'attualità politica (di cui fu spesso responsabile Pietro Fea). Se è vero che la questione coloniale non fu quasi mai affrontata dal Fea nelle sue motivazioni ideologiche fondamentali, è altrettanto vero che tale posizione di rifiuto dell'espansionismo, fu sostenuta con coerenza, non solo nei momenti di lutto successivi all'eccidio di Dogali, ma anche in seguito, quando, con la morte del Negus e l'occupazione italiana dell'altopiano eritreo, le cose sembravano volgere decisamente al meglio per il futuro coloniale del paese.66)
A rafforzare questa linea di opposizione intervenne un importante articolo, nel maggio 1886, nella rubrica destinata ai fatti economici e finanziari, che riproponeva alcuni dei temi fondamentali dell'anticolonialismo, molto vicini a quelli sostenuti, come abbiamo visto, da giornali intransigenti, come l'Osservatore cattolico o la Civiltà cattolica. Prendendo ancora una volta spunto dall'eccidio della spedizione Porro in Abissinia, il redattore denunciava l'ipocrisia di coloro che si meravigliavano di tali fatti dolorosi, quando ogni giorno leggiamo che queste popolazioni sono costrette, o con le buone o con le minacce, ad accogliere un'esplorazione commerciale, a cui ben presto tien dietro un'altra più o meno militare ed [essi] sono costretti ad accettare un protettorato, e magari le truppe di questo o quello Stato Europeo, che accampa titoli o che ne inventa. Noi europei non abbiamo alcun plausibile motivo per andare a stabilirci in casa altrui , di conseguenza come possiamo pretendere che quella gente, la quale deve avere degli europei un concetto, che non può consonare né colla giustìzia, né col rispetto della cosa altrui, non abbia a approfittare di tutte le occasioni per renderci pan per focaccia? . E le stesse continue spedizioni esplorative, hanno tutto l'aspetto di un ipocrito sistema col quale si lasciano fare delle vittime, onde avere il pretesto di vendicarle.67)
A questa linea di evidente ostilità all'azione coloniale, che si ricollegava anche alla posizione contraria all'espansionismo, espressa con chia-
tó) Rassegna nazionale voi. IL, 1 settembre 1889, Rassegna politica, p. 166.
67) Rassegna nazionale, voi. XXIX, 1 maggio 1886, Rassegna dei fatti economici e finanziari, pp. 173*174.