Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI CATTOLICI ITALIA 1881-1887; ITALIA POLITICA COLONIALE
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1992
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355
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La stampa conciliatorista e le colonie. 1881-1887 355
al quale il ministro degli Esteri Robilant, rispondendo ad una interrogazione parlamentare dell'on. Cavallotti, arrivò persino ad attribuire spirito profetico, pur di non ammettere -il volontario ritardo nel dare la notizia.73)
Anche da parte conciliatorista non mancarono attacchi ed accuse al governo e ai comandi militari, responsabili morali dell'eccidio: l'Amico del popolo) il quotidiano cattolico nato a Piacenza, all'inizio del 1886, accusò i responsabili politici di aver mandato a morire i nostri soldati, senza nemmeno degnarsi di farne conoscere i motivi75) e il Corriere di Torino, unendosi al cordoglio generale per i caduti in un'impresa che non recherà mai benefici di sorta all'Italia,76) ricordava come queste difficoltà fossero certamente legate alla mancata chiarificazione dei rapporti tra Chiesa e Stato italiano.
Questo tema sarà ripreso da un po' tutta la stampa conciliatorista (ma anche intransigente), in particolare dal Moniteur de Rome, nonostante la prudenza suggerita dalla sua posizione di organo ufficioso della Santa Sede.
Tuttavia, da nessuna delle testate analizzate giunse l'invito ad abbandonare la colonia del Mar Rosso, anzi da più parti si insistette sulla necessità di aumentare la presenza militare in Africa, per ripristinare la situazione precedente. Lo stesso Amico del popolo, forse il più duro, tra i giornali qui considerati, nei confronti del governo, non metteva
73) R. RAINERO, L'anticolonialismo italiano, cit., p. 136.
?4) "L'Antico del popolo ebbe una posizione decisamente simile a quella già messa in luce per il quotidiano diocesano di Cremona, in quanto anch'esso portavoce fedele delle tesi sostenute da un altro grande protagonista del cattolicesimo conciliatorista italiano, mons. Giovanbattista Scalabrini. 11 giornale piacentino, coinvolto anch'esso sovente nelle polemiche suscitate dall'Osservatore cattolico contro i due vescovi transigenti, fu tra gli organi di stampa che maggiormente premettero sul tema della conciliazione, sottolineando a più riprese, fino alla famosa allocuzione papale del 23 maggio 1887, il modo nuovo con cui Leone XIII aveva affrontato lo spinoso problema, elevandosi alle grandi idee di giustizia, libertà ed indipendenza, tendendo così una mano disponibile al governo italiano, cfr. Amico del popolo, 29 giugno 1887, Leone XIII e la questione romana. Tra l'altro, va ricordato che, in occasione delle elezioni politiche del 1886, il giornale piacentino fu protagonista dì un curioso incidente, avendo riportato, con grande risalto, una nota del comitato elettorale cattolico della città, nella quale si lasciava trasparire la non contrarietà del vescovo ad una eventuale partecipazione al voto dei cattolici nel caso nostro , cfr. Amico del popolo, 19 maggio 1886, Una importante dichiarazione. Tale presa di posizione, motivata da una sorta di autorizzazione informale ricevuta da alcuni esponenti del movimento cattolico piacentino, a seguito di colloqui privati con il vescovo, provocò la reazione della Curia romana, con un duro intervento del card. Monaco La Valletta, che, tra l'altro, metteva in dubbio l'esistenza di un parere della S. Penitenzieri a, citato da mons. Scalabrini come elemento a sua difesa, con il quale si autorizzava la partecipazione elettorale dei cattolici, nel particolare caso in cui candidati non ostili alla Chiesa, si trovassero nel pericolo di vedersi battuti da altri notoriamente anticlericali, cfr. M. FRANCBSCONr, G. B. Scalabrini vescovo di Piacenza e degli emigrati, Roma, Città nuova, 1985, p. 662.
75) Amico del popolo, 5 febbraio 1887, // Tonchino d'Italia, 7*) Corriere di Torino, 5 febbraio 1887, // continente nero.