Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI CATTOLICI ITALIA 1881-1887; ITALIA POLITICA COLONIALE
anno <1992>   pagina <356>
immagine non disponibile

356
Claudio Carli
assolutamente in discussione la presenza italiana nel Mar Rosso, sostenendo la necessità di rinforzare adeguatamente il corpo di spedizione in Africa e affermando che abbandonare adesso Massaua, sarebbe lo stesso che meritarci la taccia di codardi.77)
Ancor più decisa la posizione del Moniteur, che insistette sulla necessità di laver cette humiliation , ritenendo folle sia l'idea di ritirarsi, che quella di rimanere solo a Massaua, circondata dagli abissini: La situation, la logique, l'honneur du nom, commandent d'avancer et de prendre les territoires environnants .78>
Tutti i giornali conciliatoristi, a partire dalla fine del febbraio 1887, diedero ampio risalto alle numerose cerimonie funebri, svoltesi in tutta Italia, in suffragio dei caduti di Dogali; cerimonie che segnarono un momento di distensione nei rapporti tra autorità civili e religiose e che furono sfruttate dai conciliatoristi per dimostrare, ancora una volta, come i cattolici non fossero nemici della patria, ma condividessero, con tutti gli altri sudditi del Regno, i dolori e le speranze suscitate dai tragici avvenimenti africani.
In particolare l'Ateneo, la rivista rosminiana di Torino, pubblicò, con notevole risalto, l'omelia di un sacerdote, in occasione di una di queste cerimonie, dove veniva esaltato l'eroismo dei nostri soldati, prota­gonisti di una delle giornate più grandi della nostra storia, da accomunare a quella di Lepanto: erano questi i degni figli di quell'Italia che sarebbe la prima nazione del globo, l'arbitra delle sorti del mondo, la vera regina dell'universo, nella piena e sincera unione del pastorale colla spada.70)
Anche il Messaggere di Cremona dedicò ampio spazio ai resoconti di queste celebrazioni, riportando, tra l'altro, il discorso tenuto da mon­signor Bonomelli nella cattedrale di Cremona, dove, ad un certo punto, si affermava con vigore che la terra dove morirono gli eroici 500 di Dogali, non è più terra straniera, .perché bagnata dal sangue di quegli intrepidi figli d'Italia, è terra nostra, appendice della patria comune.80)
Ben diverso fu il giudizio della stampa intransigente in questa occa­sione, e ad esso si avvicinò anche quello della Lega Lombarda, la quale vide in tutto quel diluvio di ciarle , di retorica, cerimonie ed esage­razioni, solo delle manifestazioni passionali, sfruttate ad arte dal governo per coprire le proprie pesanti responsabilità.81)
Nel clima di attesa sempre più viva per possibili prossime svolte nella questione romana, la stampa concialiatorista accentuò, a partire dal febbraio e per tutta la primavera ed estate del 1887, la sua adesione alla politica espansionista; adesione che coinvolse apertamente anche per­sonaggi di grande spicco nel quadro del conciliatorismo.
77) Amico del popolo, 26 febbraio 1887, L'onore militare è salvo.
78) Moniteur de Rome, 3 febbraio 1887, Le désastre de Massaouah,
79) L'Ateneo, 1 maggio 1887, Pei valorosi caduti a Dogali. Parole dette dal sacerdote D. Calassini, pp. 274-275.
W) Messaggere di Cremona, 23 febbraio 1887, Ufficio funebre per i caduti a Dogali e a Saatl.
81> Lega lombarda, 6 giugno 1887, Dogali te.