Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI DELLA PREFETTURA; LAZIO SINDACI
anno <1992>   pagina <372>
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Maria Luisa San Martini Barrovecchio
alto loco e fuori della procedura ordinaria. Vi sono verbali di giura­mento dei sindaci Pianciani, Venturi, Ruspoli, documenti relativi alla vi­cenda delle dimissioni di Venturi, deleghe di firme agli assessori.
Meglio documentata è la situazione degli altri comuni del circondario, che appare a maggioranza clericale e con difficile governabilità da parte dei sindaci governativi. Per esempio a Monterotondo nel 1874 era sindaco Marco lanari. Era sindaco uscente, ma le sue funzioni furono prorogate in attesa della nomina di un nuovo sindaco. Una nota della questura di Roma del 7 gennaio manifestava preoccupazione perché gli assessori anziani di quasi tutti i comuni del circondario erano clericali e avrebbero potuto creare inconvenienti nella presa di possesso dei conventi. Il 22 settembre il sindaco inviava una lettera di dimissioni motivate dalla difficile gover­nabilità del comune. Seguirono le dimissioni di altri sei consiglieri, le elezioni suppletive e la ricerca di un nuovo sindaco. Maggiori candidati erano Vincenzo Ramarmi e Gaetano Betti, entrambi clericali, con una preferenza della prefettura per il Ramarmi. Ma, nonostante la vittoria
clericali anche nelle elezioni del 1875, la nomina del Ramarmi incontrò una forte opposizione locale. Ciononostante la prefettura, avendo deciso che si trattava di nemici personali del Ramarmi, lo propose e ne ottenne la nomina per il triennio 1877-79. Ma il Ramarmi morì poco dopo nel settembre 1877. A questo punto, con l'ascesa della sinistra al potere, la scelta della prefettura cadde su un liberale, il giovane Lorenzo Vitali, nonostante il consiglio comunale fosse sempre in mano clericale. Dopo numerose incertezze ed ulteriori indagini ordinate dal ministero, il Vitali fu nominato per il triennio 1880-82. Ma, a causa delle difficoltà politiche, egli diede le dimissioni nel febbraio 1881.
Anche il fascicolo di Frascati testimonia una situazione difficile per cause analoghe, di cui è prima testimonianza la richiesta del comune di Marino di essere staccato dal collegio elettorale di Frascati (1874). Ma la situazione precipitò nel 1880. Il 30 agosto Giovanni lanari, sindaco già da alcuni anni, diede le dimissioni e subito dopo di lui si dimisero altri undici consiglieri comunali. La relazione della questura dell'I 1 ottobre ne indicava i motivi nella ripartizione delle terre comunali e la sistema­zione del consiglio per la sessione autunnale. Perciò fu sotto la presi­denza di un delegato di prefettura che avvenne la ripartizione fra la popolazione indigente dei terreni comunali di Colle Fumone e Pantano Sacro (comunicazione della questura del 26 ottobre 1880). Dopo ciò, il 4 dicembre, si dimisero dalla carica di consigliere i principi Paolo Bor­ghese, Luigi Lancellotti e Francesco Pallavicini. Gli ultimi documenti riguar­dano la proposta per il sindaco Carlo Carletti nel 1882.
Il fascicolo di Civitavecchia, pur non essendo fra i più ricchi di documenti, dà un quadro abbastanza chiaro della situazione fra il 1874 e il 1881. Nel 1874 era sindaco uscente il marchese Giulio Guglielmi, il quale il 18 gennaio 1874 inviò al Prefetto la sua lettera di rinuncia, dichiarando i motivi che lo avevano indotto a tale passo. Egli enumerava le maggiori necessità del porto e della città alle quali non era in grado di far fronte senza l'intervento diretto del governo: occorrevano magaz­zini generali, megliorare ed ampliare il porto, fare radicali riparazioni agli acquedotti, ricavare profitto dalle saluberrime acque minerali, demolire vecchie mura ed altri lavori necessari al decoro della popolazione.