Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI DELLA PREFETTURA; LAZIO SINDACI
anno <1992>   pagina <373>
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La nomina dei sindaci nel Lazio 18714898 373
Infatti A fronte di questi urgentissimi bisogni si vedono ogni giorno diminuire le entrate del comune. E nonostante che siano state di molto accresciute le imposte sui fondi rustici e urbani, siasi fatto ricorso a nuove tasse di vario genere, non vi è la più piccola somma per poter principiare qualsiasi lavoro; ma nel preventivo del corrente anno resulta un'eccedenza del passivo di lire cinquantamila circa, per riparare la quale non si sa ancora qual via dover tenere. Questo dissesto finanziario toglie eziandio la speranza di poter ottenere un prestito a condizioni eque. Ancora nel 1876 vi era una certa difficoltà nel trovarne il succes­sore: il primo agosto 1876 il sottoprefetto Mastricola comunicava al prefetto i risultati delle elezioni parziali per il rinnovo di cinque consi­glieri: su 696 elettori avevano votato 304 ed erano risultati eletti Caruso Giuseppe con 187 voti, Carleraro Giuseppe con 182, Bracurzi Attilio con 178, D'Àrdia Giacomo con 178, Spigarelli Giacinto con 166, i quali sono di principi clericali più per convinzione che propriamente per legami politici e appartenevano alla classe dei commercianti del paese. La loro elezione sbilanciava pericolosamente il consiglio in favore dei clericali e il sottoprefetto accusava la giunta municipale di mene, di essere appog­giata dalla classe dei pensionati pontifici e prevedeva le dimissioni della parte liberale rimasta nel consiglio. Il 2 ottobre il prefetto sospendeva una minuta di nota al Ministero con una relazione della situazione in questo senso e sulla difficoltà di scegliere il sindaco; e invece rinviava al sottoprefetto di Civitavecchia una accorta nota con la quale prospettava il pericolo rappresentato dallo scioglimento del consiglio, che avrebbe potuto procurare nuovi avversari in vista delle prossime elezioni politiche. Ma neppure dopo le elezioni la situazione si normalizzò se non per poco: il nuovo sindaco Luigi Alibrandi si dimise nello stesso 1877 per esser stato norninato console di Germania; nel 1879 fu nominato Costantino Bucci, poi dimissionario. Dopo le nuove elezioni del 1882 fu nominato Achille Simeoni.
Per i comuni del circondario di Frosinone, prendiamo in considera­zione, anziché il fascicolo relativo a Frosinone che è molto scarno, quello relativo ad Anagni in cui compare una lotta politica con il deputato locale Agostino Martinelli. I documenti, che coprono il periodo 1873-1882, com­prendono numerose relazioni del sottoprefetto di Frosinone (soprattutto di E. Cesano) al prefetto e note di questi al Ministero. In una di queste del 16 maggio 1874, il prefetto riferiva sull'operato del sindaco di Anagni Vincenzo Giminiani contro il quale il deputato Martinelli aveva rivolto delle accuse ed aveva dichiarato in parlamento di voler muovere un'inter­pellanza al governo. Il sindaco fu messo sotto inchiesta e il 9 aprile 1875 il sottoprefetto anticipava al prefetto il risultato favorevole al sindaco con le sue osservazioni. Egli individuava la causa delle accuse nella lotta politica: Il partito avverso al sindaco egli scriveva oggi costituito in maggioranza nel consiglio comunale, vuole vendicarsi del sindaco per la sconfitta fattagli subire nell'ultima elezione del deputato al parlamento ed a quest'uopo ha stabilito di farlo cadere ad ogni costo dal posto di sindaco. Perciò, prevedendo il voto di sfiducia notava: e quel che più monta (il risultato negativo dell'inchiesta) gioverà a mettere in piena evidenza il vero significato che il pubblico dovrà dare al voto di sfiducia che venisse adottato dal consiglio comunale malgrado i negativi risultati