Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI DELLA PREFETTURA; LAZIO SINDACI
anno <1992>   pagina <389>
immagine non disponibile

Libri e periodici 589
conoscere. Cuoco era uomo di grande ingegno, ma era pigro, anzi pigrone; Lomonaco era studiosissimo, e i suoi libri lo dimostrano; pensava molto ed aveva un gran corredo di studii storici e classici, ed era per tutti noi un dottore.
Del Rapporto ricordiamo l'edizione del 1861 di Mariano D'Ayala e quella del 1913 di Fausto Nicolini; su questa linea, in effetti, si pone Giovanni G. Libertazzi, che, oltre tutto, con la sua erudita introduzione, ci regala un momento di cultura autentica e utili spunti di riflessione sui movimenti rivoluzionari italiani pre-risorgimentali.
GAETANO ANDRISANI
II modello umbro tra realtà nazionale e specificità regionale, a cura di STEFANIA MAGLIANI e ROMANO UGOLINI; Perugia, Endas Umbria, 1991, in 8, pp. 312. S.p.
Il volume riproduce gli Atti dei due convegni tenutisi a Perugia il 21-22 aprile 1989 e il 9-10 febbraio 1990 rispettivamente su Pensiero e azione sociale dei democratici italiani dell'Ottocento e Partiti politici e società in Italia e in Umbria (1900-1946), promossi dall'Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale in collaborazione con l'Isti­tuto di Storia della Facoltà di Magistero dell'Università di Perugia. Fine precipuo di questi due convegni è stato quello di trasmettere ad un più vasto pubblico (special­mente ai giovani che si avvicinano allo studio della storia ed ai problemi risolti ed irrisolti della nostra vita nazionale) i risultati della più aggiornata storiografia scientifica. Oggi ha scritto Ugolini nelle pagine introduttive a questo volume le discipline umanistiche sono sempre più posposte alle materie scientifiche, e le motivazioni addotte non sono sempre convincenti [...]. Sarebbe un errore lasciarsi condizionare da tanta impopolarità e chiudersi in un mondo ristretto agli eletti: bisogna invece adattarsi alla realtà dell'oggi e cercare modi nuovi ed aggiornati per capire e farsi capire, mantenendo inalterato il prestigioso livello che la nostra cultura ha raggiunto (p. 8).
I singoli contributi proposti nei due convegni e riprodotti in questo volume ci sembra abbiano mantenuto queste premesse e questi fini, sintetizzando (senza peraltro mai appiattirli) i termini delle questioni storiche e i risultati di personali ricerche, spesso frutto di lunghi anni di studi. È il caso del contributo, che apre questo volume, di Franco Della Peruta su Democrazia risorgimentale, rivoluzione francese e giacobismo, SI quale riprende temi che hanno caratterizzato la sua prima e lunga fase di storico (che va dagli anni Cinquanta sino alla metà dì quelli Settanta): il pensiero demo­cratico italiano e la sua problematica in relazione all'indipendenza italiana da Filippo Buonarroti al primo filone di socialismo in Italia, senza dimenticare l'apporto decisivo a questo pensiero (e al concreto formarsi di un movimento nazionale e democratico) di Giuseppe Mazzini, con le sue prime e momentanee simpatie per il giacobismo sociale alla Buonarroti e il successivo intransigentismo nazionali tari ed interclassista.
Angelo Varni, All'interno del mutualismo italiano: appunti per una teoria del movimento operalo mazziniano, si è soffermato proprio sull'impegno sociale di Mazzini e del Partito d'Azione, rivolti precipuamente dopo l'Unità al ceto artìgtanale-proletario della città, con la fondazione e diffusione delle società operaie di mutuo soccorso. Queste prime società mutualistiche non dovevano porsi, secondo il pensiero del loro ispiratore, in opposizione rigida al nascente capitalismo, ma ricercare un loro peculiare ruolo non subalterno e non marginale al suo interno (alleanza capitale-lavoro), e costi­tuire davvero un'alternativa politica e sociale all'egemonia dei moderati, nel quadro della crescita economica del nostro paese. A frenare lo sviluppo del mutualismo mazziniano fu, secondo il Varni (ohe riprende la lezione di Spadolini), l'intransigentismo dei