Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI DELLA PREFETTURA; LAZIO SINDACI
anno
<
1992
>
pagina
<
397
>
Libri e periodici 397
quello della preparazione specifica dei diversi partecipanti liguri, alla luce della qualità dei loro interventi. Traccia il profilo di figure note e di altre meno note, offrendo preziosi dati biografici e currìcula nel campo dello studio e della ricerca. Doldi esprime, in base ad un attento esame delle discussioni, non poche riserve sull'interpretazione di Arturo Codignola, che nell'VIU Congresso vede emergere la politica più di quanto in effetti non accada. È vero scrive a proposito delle ultime quattro Riunioni che si ebbe una crescita del sentimento nazionale, come riflesso di quello maturato in tutto il Paese, e si manifestò a guisa di costante tendenza degli italiani a fraternizzare sempre di più tra di loro . Ma si trattano solo argomenti scientifici o presunti tali. C'è una particolare attenzione ai problemi comuni; si discute del trattato nazionale di fisica, della carta geologica d'Italia, della raccolta di dati sulla sericultura, di un centro per la numismatica., di strade ferrate, di irrigazione.
Sandro Doldi delinea preziose biografie di partecipanti liguri, indicando di ciascuno specializzazione e attività professionale, e sottolineando l'importanza dei singoli contributi, non sempre di grande livello. I giudizi vengono espressi con rigore e competenza. Medici, biologi, bibliotecari, studiosi di chimica, di fisica, di agronomia intervenuti alle Riunioni che in molti casi erano pressoché ignorati vengono nel saggio valutati per l'originalità delle loro ricerche. Alcuni di loro sono assai noti: da Raffaello Lambnischi ni a Lorenzo Pareto, da Cesare Cabella a Michele Erede a Michel Giuseppe Canale. Altri sono più semplicemente personaggi locali, che a Genova hanno tuttavia avuto un ruolo non secondario: da Giuseppe Morrò a Giovanni Casaretto, a Massimiliano Spinola, a Camillo Pallavicini,
Queste storie locali hanno una loro importanza notevole poiché offrono una serie di notizie che sono frutto di una lunga e diligente indagine. A completare ed approfondire un tema che attende ancora nuovi contributi, questa ricerca è senza dubbio sotto più di un aspetto utile e meritoria.
BIANCA MONTALE
Vicenza e i suoi caduti 1848-1945; Vicenza, Comune di Vicenza, 1988, in 8, pp. XXXI.I 494. S.p.
Il volume in questione è estremamente interessante perché stimola due riflessioni, che descriveremo brevemente prima di affrontare l'analisi del testo.
1. In Italia, oramai da più di vent'anni, si lamenta la mancanza della cosiddetta alta divulgazione . Il nostro Paese, in sostanza, sarebbe drammaticamente stretto tra un'isterica specializzazione e una becera divulgazione. Come recenti fatti hanno ampiamente dimostrato, si è vista l'impossibilità di trattare la storia, specie quella contemporanea, come uno scoop, come un urlo continuo, che non si preoccupa di rispettare metodologie e strumenti preposti alla ricerca scientifica; d'altro canto, preoccupazione costante dell'intellettuale dovrebbe essere quella di far conoscere a un pubblico più vasto degli addetti ai lavori il risultato delle proprie ricerche, affinché il sapere storico non rimanga confinato in raffinate ma inutili torri d'avorio. Questa esigenza è particolarmente sentita per la storia locale, per troppi anni bollata come erudita S e poco funzionale alla nostra società. Con questo volume possiamo affermare, senza tema di smentita, che il dado è tratto ; Vicenza e i suoi caduti è per tutti, sia per chi è mosso da curiosità intellettuale verso la storia di una delle città più belle d'Italia, sia per i lettori colti , non necessariamente specialisti in materia.
2. Vicenza e i suoi caduti conferma una felicissima tendenza emersa negli ultimi