Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI DELLA PREFETTURA; LAZIO SINDACI
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1992
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Libri e periodici
Centro Studi Achille Grandi Anars-Acli di Palermo per iniziativa del prof. Mario D'Addio dell'Università romana La Sapienza, Atti pubblicati a cura del prof. Eugenio Guccione dell'Università di Palermo.
Trattasi di una problematica complessa che si è avvalsa della collaborazione di numerosi studiosi italiani e stranieri i quali, in 33 relazioni e una tavola rotonda sul tema 11 cattolicesimo liberale nella recente storiografìa, esaminano la complessa figura di scrittore, di politico, di teologo, di ispiratore di una moderna dottrina dello Stato che fu durante alcuni decenni il dotto abate teatino palermitana Gioacchino Ventura.
Nell'accingerml ad esaminare alcune delle fasi salienti del suo pensiero politico e nel levare, attraverso numerose acute indagini, il peso che egli ebbe sugli eventi italiani nel periodo risorgimentale, propostoci nei due volumi degli Atti , non posso non ricordare la frase significativa che si legge su di una lapide sepolcrale nella chiesa romana del Convento di S. Andrea della Valle (ove visse ed operò per molti anni); in essa dopo le date della nascita (Palermo, 1792) e della morte (Versailles, 1861) è scritto: Defunctus adhuc loquitur. E parla ancora, anche per merito dei promotori e dei relatori del Seminario, poiché il Ventura (lasciamo la parola al prof. D'Addio nella sua relazione introduttiva dei lavori dal titolo Gioacchino Ventura dalla Restaurazione alla Rivoluzione) avrebbe fino allora partecipato di un certo oblio nel quale gli studi sul pensiero politico dell'Ottocento hanno confinato gli scritti politici di ispirazione cattolica, in modo particolare quelli italiani che pur segue il relatore non hanno dato alcun contributo effettivo alle grandi idee politiche dell'Ottocento e nel migliore dei casi si sono limitati a ripetere concezioni già note, tentando una impossibile conciliazione fra le istanze di libertà, di profondo rinnovamento etico-civile e sociale scaturite dalla Rivoluzione francese e il cattolicesimo, fra la Chiesa e il mondo moderno . Pur condividendo l'apprezzamento riduttivo dell'autore per quanto si riferisce alla pubblicistica di ispirazione cristiana del Ventura, non ritengo che detto giudizio possa essere esteso al Ventura costituzionalista e pensatore politico in uno dei periodi che fu fra i più drammatici, e febbrili per travaglio ideologico, della storia italiana ed europea, quello degli anni 1848-1849 in cui questi, quasi spogliandosi della sua veste talare, fece sentire alta la sua voce di consigliere e maestro ai politici ed agli intellettuali siciliani che, dopo la rivoluzione vittoriosa del gennaio 1848, tendevano alla organizzazione, nella forma costituzionale e nella prassi, di una nuova compagine statuale libera e divelta dal passato. Né si può affermare che il pensiero e l'opera del Ventura, uomo del Risorgimento, non abbiano attratto, ancora prima che il Seminario di Erice ne rivelasse aspetti poco noti o inediti, l'attenzione degli studiosi potendosi, ad esempio, citare, per limitare la nostra attenzione al Ventura scrittore di storia e di teoriche politiche, i saggi di Eugenio Di Carlo, Adelaide Baviera Albanese, Gaetano Portino, fino a quello di Mario Tesini apparso nel 1989. Occorre dire al riguardo che, appunto, un pensatore di parte cattolica, Eugenio Di Carlo, avrebbe volto la sua attenzione al Ventura, pensatore e storico del 1848, in una serie di saggi pubblicati fra il 1930 e il 1956. Mi limito a citare quelli dai titoli: Gli opuscoli politici del Padre G. V. nella rivoluzione del 1848 (Messina, 1931); Padre G. V. e la rivoluzione siciliana del 1848 :(in questa Rassegna, 1931), Lettere inedite del P, G. V, al Barone Priddani ed al Principe di Scordio (ivi, 1936); // P. V. e la Repubblica (fri, 1950). Occorre dire, però, che è mancata un'opera di vasto respiro che si avvalesse dei più recenti apporti storiografici sull'uomo e sull'epoca e che, pur nella frammentarietà dei precedenti interventi, proponesse alla nostra attenzione la complessa e multiforme personalità culturale di uno dei personaggi di maggior rilievo e prestigio dei nostro Risorgimento nonché quella dell'uomo in cui si assommavano due distinte nature: quella dell'uomo di Chiesa fedele ai suoi princìpi religiosi e teologici e ai suoi doveri ecclesiali e quella del cittadino amante del suo Paese e desideroso di