Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI DELLA PREFETTURA; LAZIO SINDACI
anno <1992>   pagina <408>
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Libri e periodici
pensiero teologico degli evangelici italiani nel dopoguerra e di Andrea Mannucci sulle iniziative pedagogiche dei gruppi protestanti. Nell'uno e nell'altro caso non esisteva infatti una precedente bibliografia, che per la sua ampiezza potesse legittimare un tentativo di bilancio storiografico. I due autori hanno quindi attinto direttamente alle fonti, delle quali hanno offerto un esauriente panorama, ricavandone alcuni spunti critici e interessanti prospettive di ricerca. Completano il volume due contributi di storia locale: uno di Rosanna Ciappa sulle origini del movimento evangelico a Napoli nel periodo immedia­tamente successivo alla caduta dei Borboni (1860-1862); l'altro di Cesare Milaneschi sulla comunità valdese di Forano Sabino, già indagata in passato da Francesco Pitocco, ma esaminata questa volta dal punto di vista della storia delle mentalità, cioè attraverso la valutazione che del protestantesimo e del cattolicesimo davano nelle loro polemiche quotidiane i sacerdoti cattolici e i pastori protestanti.
Il volume, in ultima analisi, rappresenta un utile punto di riferimento non soltanto per gli studiosi del movimento evangelico, ma anche per tutti coloro che si occupano delle forme associative di tipo democratico sviluppatesi nell'Italia postunitaria, special­mente di quelle che ponevano al centro della propria attività i valori della cultura laica e l'opposizione all'egemonia della Chiesa cattolica, sia in campo politico che in quello sociale. In tal senso avrebbe forse condotto a risultati interessanti anche un saggio che fosse stato dedicato ai rapporti fra movimenti evangelici e massoneria: rapporti che, come emerge da qualche isolato contributo, dopo il 1860 furono piuttosto stretti e duraturi in molte aree del paese. Ma questo è davvero un terreno di ricerca ancora quasi total­mente vergine, che meriterà quanto prima di essere sottoposto ad analisi serie e approfondite.
FULVIO CONTI
FULVIO CONTI, Laicismo e democrazia. La massoneria in Toscana dopo l'Unità (1860-1900), prefazione di Giovanni Spadolini; Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1990, in 8, pp. 270. L. 25.000.
L'istituzione massonica ha svolto nell'Italia post unitaria un ruolo di primo piano come agente di coesione delle forze liberali e democratiche uscite dalle lotte risorgimen­tali (p. 13). Politicamente e culturalmente il paese era profondamente diversificato. I ceti medi e le classi dirigenti delle diverse regioni avevano ben poco in comune. Era necessa­ria l'elaborazione di un progetto unitario che travalicasse i problemi e gli interessi di campanile in nome di più ampi ideali. Senza partire da queste premesse scrive giusta­mente Spadolini nella prefazione è impossibile comprendere il significato autentico della funzione svolta dalla massoneria all'indomani dell'Unità. È impossibile, in altre parole, valutare adeguatamente la portata di quello che rappresentò forse il più efficace tentativo di omologazione culturale della borghesia italiana concepito in quegli anni (p. 10).
Per arrivare in un futuro che ci auguriamo prossimo a scrivere un lavoro di sintesi sul ruolo realmente svolto dai massoni nella società italiana dell'Ottocento, al di là di demonizzazioni o esaltazioni acritiche, è indispensabile incrementare gli studi di storia locale, i più adatti ad arricchire di nuovi elementi la ricerca. Molto valide si stanno rivelando le analisi sviluppate tenendo presenti le suggestioni che vengono dai nuovi filoni di ricerca sull'associazionismo e sulle forme di sociabilità, utilizzati da Fulvio Conti, che si è proposto di ricostruire il ruolo della massoneria nelle vicende toscane dei pruni decenni postunitari guardando sia agli aspetti istituzionali sia alla presenza liberomuratoria nella vita sociale ed economica della regione.