Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI DELLA PREFETTURA; LAZIO SINDACI
anno <1992>   pagina <414>
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Libri e periodici
radicale e dei socialisti riformisti. Il suo Gran Maestro era il repubblicano Ettore Ferrari. È altrettato nota la caratterizzazione anticlericale dei massoni italiani finalizzata alla definizione di uno Stato totalmente laico, cioè svincolato da ogni soggezione alla Chiesa.
Nel primo decennio del novecento queste consonanze avevano portato all'accordo tra le forze democratiche e quindi alla nascita dei cosiddetti blocchi popolari, tenuti insieme dal collante massonico , che in molti comuni avevano scalzato precedenti amministrazioni elenco-moderate. In questo contesto, l'approvazione della legge istitutiva del suffragio universale maschile non poteva non essere considerata una vittoria anche degli ambienti massonici, sicuri di avere ormai in mano lo strumento per mandare in parlamento un'ampia maggioranza democratica.
Di fronte a queste premesse si comprende l'allarmismo dei cattolici che ripresero ed intensificarono sui loro organi di stampa la campagna antimassonica, del resto mai interrotta, e questo mentre l'evoluzione della situazione politica ed economica del paese portava socialisti e repubblicani a rivendicare una maggiore coerenza ideologica, incom­patibile con runanimismo dei blocchi.
Si deve però ai nazionalisti, cui la guerra di Libia aveva attribuito spessore, la trasformazione qualitativa della polemica antimassonica. Noi dobbiamo , scrisse Federzoni, sopra tutto svalutare nell'opinione pubblica la massoneria, destare nel paese il ribrezzo e 'la ripugnanza contro la deleteria influenza di questa su tutta la vita nazionale (p. 62).
Nella primavera del 1913 questi attacchi si concentrarono sui supposti guasti della presenza massonica tra le fila dell'esercito estendendosi poi al carattere inquinante della ' setta ' nella vita pubblica, giungendo ad attribuirle, non contraddetto, finalità eversive (p. 73).
Cordova ha seguito il nascere e lo svilupparsi della polemica, prima sui giornali nazionalistici, poi su quelli cattolici e conservatori. Il Grande Oriente sembra colto completamente alla sprovvista dalla vastità del fronte avversario. Interviene tardi e con scarsa incisività lasciando che gli avversari raggiungano il risultato di screditare la massoneria nelle olassi popolari. La massoneria , scrive l'A., venne a costituire il nemico comune di quanti si proponevano un rimodernamento del paese [...]. Le venne rimproverato il suo attaccamento ad idee desuete [...], l'incapacità di rinnovarsi e di esprimere un pensiero al passo con i tempi .
Le polemiche ebbero termine solo dopo i risultati delle elezioni, a riprova del loro carattere strumentale. Dagli accordi elettorali usci sconfitta una visione del modo di far politica che risultava ormai inadeguata alla nuova realtà italiana nella quale irrompevano forze nuove che rifiutavano proprio quei valori che avevano reso possibile il particolare ruolo aggregante gestito dall'istituzione massonica nel decennio precedente.
Non è un caso che proprio in quegli anni abbia inizio la riflessione storiografica sul rapporto tra massoneria e Risorgimento con gli studi di Alessandro Luzio, Adolfo Colombo, Pericle Maruzzì. Era la prova della conclusione di un ciclo storico. Per gli stessi motivi alla fine di quel 1913 nasceva L'idea democratica, un periodico che si proponeva, venuto meno l'appoggio tradizionale di molte testate della sinistra italiana, di difendere l'istituzione e di diffonderne le idee nel mondo profano .
ANNA MARIA ISASTIA
SUSANNA NISTRI De ANGELIs, Sergio Panunzio. Quarantanni di sindacalismo; prefazione di Gian Biagio Furiozzi; Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1990, in 8, pp. 384. L. 35.000.
La vicenda politica e intellettuale di Sergio Panunzio si è svolta sotto il segno del progetto di una società e di uno Stato nuovi che avrebbero dovuto costituire la