Rassegna storica del Risorgimento
SAFFI AURELIO
anno
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1992
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pagina
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438
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Umberto Marcelli
razionale dello sviluppo dell'umana perfettibilità sì dello spirito che del cuore, e dello stato politico delle nazioni della terra [...] e dei risultati di lei non è possibile dare verun sistema di morale, di legislazione e di governo che possa esser conforme alla ragione, acconcio alla pratica e giovevole alla potenza e prosperità delle nazioni.12*
Altro suo riawicinamento al Vico è il sostenere che l'individuo ripercorre nella sua vita le stesse epoche di ogni nazione, per cui la psicologia, o studio dell'individuo, dà gli stessi risultati dello studio della storia, o studio di un soggetto collettivo . Noi lo chiameremmo persona giuridica, ma per il Vico, per il Romagnosi e per il Saffi questo concetto non si conclude in una fictio iuris, sibbene si condensa nella realtà storica di un popolo, che attraverso secolari vicende si crea una personalità propria, una propria lingua, una propria tradizione, propri caratteri.13*
Perché il Romagnosi sfodera una vivace critica contro di Rousseau, e coloro che sulle sue orane credevano in un'età dell'oro, nella quale gli uomini primitivi vivevano isolati e perfetti, appena usciti dalle mani del Creatore, e che soltanto in un secondo, e poco felice momento, si decisero a creare la società, col famoso contratto. Egli sostiene che l'uomo è per natura un essere sociale, e quindi non è mai esistito un periodo, nel quale è vissuto isolato: in questo caso non sarebbe stato un uomo, ma, secondo l'antico detto, o un bruto o un dio. Per essere se stesso, l'uomo deve vivere con i suoi simili, dalla società familiare al villaggio, alla città, alla nazione, in un crescendo dìincivilimento ch'era insieme dispiegamento delle sue facoltà. Proprio il vincolo coi suoi simili, nel viluppo inevitabile dei rapporti sociali, creava l'etica e la politica, l'economia e il diritto, ogni sorta di arti. Assurda astrazione l'uomo vivente perfetto allo stato di natura, e assurdo anche l'uomo del Vico, l'immaginario bestione tutto senso e fantasia, isolato nella gran selva terrestre. Il Saffi si rende conto dell'importanza di questa critica del Romagnosi, ed esprime a proposito del Vico la sua incertezza, il suo dubbio che l'uomo possa sviluppare le sue facoltà da solo, per la sola forza dei germi in lui immessi dalla natura.14
Per il Romagnosi, l' uomo di fatto tende alla propria conservazione e insieme al proprio perfezionamento, nel che consiste la sua felicità concreta, in opposizione alla felicità astratta. Coloro stessi che gli pro-
12) /vi, p. 25.
13) FRANCESCO ORESTANO, Giandomenico Romagnosi, Roma, 1935, pp. 37-38, parla di una teorìa dell'uomo sociale, con cui il Romagnosi gettò le fondamenta della psicologia delle menti associate , sviluppata da Carlo Cattaneo, e anticipazione di almeno un secolo della Vdlkerpsychologie di W. Vundt.
14) G. D. ROMAGNOSI, Scritti scelti o rari di storia e letteratura, Pavia, 1805, Osservazioni sulla Scienza Nuova di Vico , pp. 37-53, specialmente pp. 44-45. Il dubbio del Saffi: Vico spiega l'esigenza della società col solo soccorso delle tendenze naturali de' primi uomini selvaggi, i quali dal fondo delle loro nature trassero tutti i principii fondamentali delia società, cioè Dio, lingue, costumi etc. È egli possibile? La teorìa di Vico spiega ella il fatto delle società? (Fondo Saffi, I, cart. 3). Questo dubbio il Saffi lo inserisce nel corso di pensieri tratti da Herder; tuttavia il richiamo al Vico è troppo vicino alla critica del Romagnosi per non essere imparentato con questa.