Rassegna storica del Risorgimento
SAFFI AURELIO
anno
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1992
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pagina
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440
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440
Umberto Marcelli
di Kant non sembra andare oltre i limiti dei filosofi italiani del suo tempo, lìmiti che erano notoriamente ristretti, e altrettanto si dica di Schelling e di Hegel (che nomina appena ima volta). Di Kant l'impressionò l'idea del dovere, e sulla scorta del Cousin, la -deduzione della libertà dal dovere, e da questo il diritto: il dovere del soggetto verso i terzi si tramutava nel diritto di costoro verso il soggetto. Il Cousin metteva in evidenza (e il Saffi lo sottolineava) che questo modo di pensare implicava una morale sociale, un diritto di natura, una filosofia politica del tutto differente de la politique effrénée de la passion et de la politique tourtueuse de l'intérèt .18>
Ma ciò che soprattutto l'interessava era la concezione della storia degli idealisti, che Schelling (sulla scorta questa volta del Lermmier) gli riassumeva non come una catena d'accidenti capricciosi e fantastici, una serie arbitraria di apparizioni e di rinascite, di catastrofi e di successi; ma come l'emergere provvidenziale dei disegni di Dio e dei destini dell'uomo . La storia avrebbe colto l'identità della necessità e della libertà , e sarebbe stata divina come la natura, la scienza delle scienze perché sarebbe stata l'intuizione dell'assoluto .19>
Sembrerebbe che il Saffi senta una forte attrazione, a questo punto, per il misticismo schellinghiano, che l'avrebbe trascinato ad una concezione più vicina ad Hegel, ad un processo necessitato e provvidenziale della storia. Ma da un suo manoscritto, Missione della filosofia della storia, sue attinenze col diritto , lo vediamo ritirarsi su di un modo di pensare più vicino al Romagnosi, anche se alquanto attenuato per quanto riguardava il rapporto di necessità con la natura. Secondo lui, la missione della filosofia della storia consisteva nello scoprire nella pluralità tumultuosa e confusa de' fatti umani la legge razionale dell'umanità, di verificare, constatare nelle rivoluzioni del genere umano le sue facoltà, gli sviluppi morali delle medesime, le condizioni e i mezzi di questi sviluppi . La filosofia scopre e depura nella storia la ragione e il diritto, da ciò che non è se non impeto d'egoismo e forza; e si compiace d'osservare nelle successive emancipazioni dell'umanità la costante lotta che il bene fa al male, e le continue conquiste di quello sopra di questo .
Non si crede più al caso e al fato: si è convinti dell'esistenza di una legge morale che indefinitamente si attua nel tempo; allora nasce di necessità uno stretto dovere e diritto di rimuovere, per quanto è possibile all'opportunità del tempo, le cagioni di comprensione e d'indie-treggiamento o stazionarietà trovate dalla filosofia dell'umanità, allora ne nasce una responsabilità di popoli e di principi in faccia a questo santo dovere di perfezionamento umano.20)
Questa concezione portava inevitabilmente ad ammettere la continuità del progresso etico-politico, o, in una parola, della civiltà. A ciò faceva contrasto, nella mente del giovane Saffi, la teoria dei corsi e ricorsi
18) /yj, fascicolo Memorie storiche e filosofiche, le tre pagine da VICTOR COUSIN, Philosophie de Kant, in Reme des Deux Mondes, ara 1840.
I9> Ivi, Pensiero di Schelling sulla storia , dal LERMINIER, Philosophie du droit, chap. Schelling, Hegel .
20) Ivi. Missione della filosofia della storia, sue attinenze col diritto.