Rassegna storica del Risorgimento
SAFFI AURELIO
anno
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1992
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pagina
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443
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Gli studi giovanili di Aurelio Saffi 443
cioè dal principio barbarico. Da questa rinata coscienza si sprigionò un'immensa vita ed espansione sociale ed una prepotente forza morale, che spinse gli Italiani ad una epica lotta contro gli antichi dominatori.27) Forte della lettura di Cesare Balbo e di Vincenzo Gioberti, il Saffi vide nella Chiesa e nel Papato i difensori prima, e gli alleati poi del popolo italiano contro i barbari, e rifiutò sdegnosamente la tesi di chi rimpiangeva il fallimento della politica unificatoria dei Longobardi, e malediva le indipendenze comunali, che avevano impedito la creazione di uno Stato unitàrio da noi, diversamente da quanto era successo alla felice Francia. Egli, allora, giudicò provvidenziale quanto era accaduto nei secoli passati, perché la monarchia longobarda, e la conseguente assimilazione, avrebbero impedito l'immensa vita individuale di que' tre secoli, e tutta quella virtù e quella forza, che se non era nazionale, era patria, e che non desta però meno simpatia agli Italiani d'oggi che uniti risentiranno ciò che potrebbero colla forza de' loro padri divisi.28) Egli aveva scoperto come la civiltà del mondo antico si congiungesse a quella del Medio Evo in una linea continua di progresso, salvando la sua filosofia della storia, e nello stesso tempo identificando il carattere fondamentale dell'Italia nel sistema delle città, che realizzava una società di modello romano-cristiano, d'altissimo livello civile. Sia pure sotto veste neoguelfa, arrivava alle stesse conclusioni federaliste di Carlo Cattaneo, allievo diretto, questi, del Romagnosi. Non è il caso di ricordare che Giuseppe Mazzini era del tutto avverso a tale soluzione, e appunto per questo apprezzava il Romagnosi, ideatore di una Repubblica Italiana unitaria.29)
Ci sia concesso di ricordare che l'identificazione del sistema delle città come elemento unificante della storia della nostra Patria attraverso i secoli del mondo antico, medievale e moderno trovò lunga vita nella nostra storiografia, quando si è voluto affrontare il problema dell'unità della storia d'Italia.
La lotta fra il bene e il male nella storia,, dunque, che a nostro parere il Saffi teorizzò svolgendo a suo modo i pensieri del Romagnosi, acquistò un più profondo significato mediante i suoi studi e meditazioni sui testi dei cattolici liberali francesi. Il Cristianesimo, che io soggiogò in modo del tutto particolare, fu quello del secolo XIII, di S. Francesco, di S. Chiara, di S. Domenico, dei loro ordini religiosi, della loro opera a vantaggio dei poveri e degli oppressi. Rifacendosi allo Chavin, scrisse che lo spirito di Dio, rappresentato dalle forti anime del secolo XIII, protestava altamente contro la vanità, contro l'ambizione, contro l'orgoglio, contro la cupidità delle ricchezze, in una parola contro i grandi e i felici del secolo, che miravano ad occhio asciutto intorno alle loro superbe
27) ivit Appunti miscellanei, pensieri etc. , passim.
28) Ivi, Rapporti della storia dell'umanità colle forme psicologiche dell'uomo indivìduo . In altri luoghi il Saffi lamenta che il processo unificatore dell'Italia dai comuni, alle signorie, ai principati si sia interrotto per il sopravvenire di cause degene* rative (Cosimo dei Medici, e il prevalere degli interessi di parte).
29) ROBERTO BALZANI, Aurelio Saffi e la crisi della Sinistra romantica (1882-1887), Roma, 1988, pp. 73-83.