Rassegna storica del Risorgimento
SAFFI AURELIO
anno
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1992
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pagina
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446
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446
Umberto Marcelli
Oggi questa tesi dell'Altmeyer (assai vicina a quella di Joseph De Maistre), ci sembra molto pericolosa, ma inevitabile per chi professa un principio religioso o ideologico, tanto più se è convinto che la ragione prima dei diritti e delle forme sociali si ricollega a quel principio, e soltanto se questo riempie la coscienza del popolo l'esistenza delle istituzioni umane è garantita.39
* É. i
Il giovane Saffi viveva queste esperienze culturali, ma certo non pretendiamo di affermare che diventasse ora un moderato alla Romagnosi, ora un idealista temperato, ora un cattolico liberale di stampo francese con notevoli sfumature di socialismo utopistico, alla fine un giobertiano soprattutto nei confronti del problema politico italiano.
Visse, come ogni giovane studioso di fervido ingegno, i moti culturali del suo tempo, cogliendone le suggestioni contrastanti, e cercando la sua via, non senza risentire i colpi e contraccolpi delle contingenze contemporanee.
Basti accennare alla sua adesione al giobertismo, che non fu illimitata, sibbene critica, e su punti di notevole importanza. Rifiutò una aristocrazia di nomina regia; gli parve difettosa ogni forma di governo che ponesse tutto il potere da una parte, e ricusasse all'altra una rappresentanza, un tribunato, una garanzia dei propri diritti. Pensò addirittura di affidare questo tribunato al clero, ai parroci naturali rappresentanti del popolo e dei suoi mali e bisogni ; respinse l'argomento della necessità del potere temporale dei Papi, perché potessero esercitare la loro missione fra i popoli cristiani della terra. A nulla poteva servire il potere temporale per necessità 'limitato al suo territorio; mai i pontefici avrebbero potuto conseguire una potenza materiale in grado di imporsi fra i potenti del mondo. Ad essi occorreva soltanto e soprattutto una suprema autorità spirituale.
Contro l'egualitarismo degli eretici e degli utopistici, ritenne valida la teoria del Romagnosi, che riconosceva l'eguaglianza naturale degli uomini fondamento dell'eguaglianza di diritto, ma insieme avvertiva che questa si combinava con la disuguaglianza di fatto, dipendente dalle diverse qualità morali e fisiche degli individui negli sforzi per procaccarsi un grado maggiore di benessere. Sarebbe stato contrario alla libertà, e quindi all'eguaglianza, privare i meglio dotati dell'esercizio libero delle loro doti.40)
Nell'incandescente magma del pensiero contemporaneo il giovane Saffi irrobustì le proprie forze spirituali, preparandosi alle grandi prove dell'avvenire
UMBERTO MARCELLI
39) Saffi cita dalJ'AUrneycr, cap. II, p. 33: En présence des lois éternelles de Dieu U n'y a ni souvraineté du roi, ni souvraineté du peuple. Là Dieu seul est roi, Dieu seul est maitre (ivi).
40) Pondo Saffi, I, cart. 1. Da Gioberti, passim,