Rassegna storica del Risorgimento
DE SANCTIS FRANCESCO SCRITTI POLITICI
anno
<
1992
>
pagina
<
453
>
Gli scritti politici di F. De Sanctis 453
alla sua fama di grande critico. Seguiva una breve storia dell'attività politica di De Sanctis e delle disgrazie in cui era incorso, dal giudizio di scarsa capacità amministrativa mossogli contro strumentalmente dal gruppo rattazziano quando era ministro della Pubblica Istruzione nel primo governo Ricasoli, alla rottura con la Destra che gli inimicò anche molti fedeli ex-allievi e lo condusse alla sconfitta nelle elezioni del 1865, dalla critica del trasformismo depretisino fino alla rottura col Nicotera, che gli costarono le dimissioni dal secondo governo Cairoli e -la sconfitta elettorale del 1882. Il giudizio severo degli avversari sul De Sanctis politico attivo, pur riconosciuto come eccessivo e partigiano nella forma, era tuttavia sostanzialmente accettato da Cortese, come in precedenza lo era stato da De Meis, da Ferrarelli, da Croce e da Maturi; citando quest'ultimo, infatti, Cortese soggiungeva: Senza dubbio mancarono al De Sanctis le doti tecniche dell'uomo politico, l'arte di saper maneggiare uomini e clientele, la ricchezza inesauribile degli espedienti, delle piccole astuzie, e finì coll'averne consapevolezza egli stesso. Non a torto il De Meis potè dire che il De Sanctis concepiva le evoluzioni dei partiti con lo stesso senno, col quale il Machiavelli dirigeva le evoluzioni delle ordinanze fiorentine [...]. Infine, le manchevolezze del suo temperamento politico apparvero ben chiare allorché fu chiamato a reggere il dicastero della Pubblica Istruzione . Solo ad un livello più alto ed astratto, concludeva Cortese come già altri critici prima di lui, quello dell'* educatore politico , la sua lezione poteva essere in qualche modo accettata e recuperata.18) Può un simile giudizio essere accettato a proposito di un uomo che, come scriveva lo stesso Cortese,19) dopo essere stato uno dei rivoluzionari napoletani nel 184849, in esilio [...] aveva vigorosamente e vittoriosamente polemizzato contro i sostenitori di una restaurazione murattiana nel Mezzogiorno. Di ritorno in patria, nel 1860, in momenti particolarmente gravi, durante la dittatura garibaldina, aveva governato la propria provincia; e poi, chiamato a far parte del ministero, aveva ottenuto che si decretasse senza più indugi il plebiscito, e gettato le basi del nuovo ordinamento scolastico delle province meridionali [...]. Per ventitré anni, quasi ininterrottamente, era stato deputato al Parlamento. Sin dalla sua fondazione aveva presieduto l'Associazione della stampa. Per tre volte aveva retto il ministero della Pubblica Istruzione. E tutto ciò senza -parlare delle cariche amministrative che aveva ricoperto? Non me la sentirei di rispondere affermativamente, e del resto proprio lo stesso Cortese e Ferri hanno molto contribuito a correggere un simile punto di vista. Ma a ben vedere, tutto il lavoro che si compie attorno all'edizione del De Sanctis politico è conseguente a questa lettura: la diversa storia editoriale del Viaggio elettorale e della produzione minore , che implica evidentemente un motivato giudizio di valore da parte dello stesso autore, finisce per tradursi in una contrapposizione fra i due gruppi di testi e in definitiva in una decontestualizzazione del primo rispetto alla seconda; l'antologizzazione degli scritti giornalistici operata da Ferrarelli si perpetua in una sistematica svalutazione delle corrispon-
18) cfr. FRANCESCO DE SANCTIS, Scritti e discorsi politici, voi. I, Napoli, Morano, 1939, pp. VII-XI.
i0 Ivi, pp. VII-VIU.