Rassegna storica del Risorgimento

COLLEGIO ASIATICO DI NAPOLI; CORRENTI CESARE; PROPAGANDA FIDE S
anno <1992>   pagina <461>
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. C. Correnti è Propaganda Fide intorno al 1870 461
in partibus, si decise addirittura di (ritirare dal Collegio Asiatico e ricon­durre in patria alcuni alunni in segno di protesta contro la politica scolastica condotta nell'Istituto dal governo italiano. Il drastico provve­dimento peraltro fu sospeso qualche giorno dopo, in seguito alla notizia giunta a Propaganda della rimozione dall'Istituto napoletano di qualche Professore incredulo .16>
Nonostante, però, il suo carattere ibrido, il disegno di costituire al Collegio Asiatico una doppia sezione di studi, laica ed ecclesiastica, pur con tutte le ambiguità e le frizioni che ciò avrebbe comportato, non doveva essere per nulla campato in aria, visto che il suo nuovo assetto aveva richiamato l'attenzione anche in ambienti fuori dai confini nazionali. Nell'ottobre del 1869, infatti, il padre Giovanni Maria Falanga, che aveva avuto un ruolo di primo piano nel salvare prima l'Istituto dalla soppres­sione, e successivamente nel difenderlo dalla secolarizzazione definitiva,17 doveva scrivere con alquanto entusiasmo allo storico napoletano e segre­tario generale alla Pubblica Istruzione:
Fummo interpellati da Lipsia e da Pesth in Ungheria intorno a molte questioni dell'ordinamento del n[ost]ro Collegio. Da quello che pare si desidera frequentare le n[ost]re lezioni, e questo è chiaro imperocché non esiste in Europa una instituzione di questo genere ove colle esigenze della scienza Europea si congiunga l'insegnamento pratico delle lingue viventi dell'Asia e si tenga fermo lo scopo di preparare uomini non solo dotti, ma utili al commercio, ed alle relazioni che ora si rinnovano tra l'Asia, e l'Europa. Dobbiamo pure rispon­dere ad alcune lettere ricevute da parecchie città Italiane marittime, ed alle domande che ci furono presentate dalle famiglie di alcuni giovani napoletani,1
Tale entusiasmo non era però condiviso dal direttore della sezione laica, che anzi vedeva di cattivo occhio la presenza nel Collegio dei con­gregazionisti della S. Famiglia, i cui interessi, a suo parere, privi di qualsiasi prospettiva culturale e religiosa, tendevano alla mera conser­vazione di quella corporazione e della manomorta ecclesiastica. In questo senso, il Lignana doveva scrivere a Quintino Sella, certamente il più
16> Simeoni a mons. Giuseppe Maria Alberti, vescovo di Sira, 25 febbraio 1870, in APF, Lettere, Decreti della S. Congregazione e Biglietti di Mon5' Segretario, voi. 363, S. 147v-148r. L'allontanamento di cui si parlava nella lettera doveva essere senz'altro riferito al Lignana, che proprio in quel torno di tempo Correnti aveva levato da Napoli ed inviato in missione a Roma presso mons. Strossraayer (v., oltre, nota 33).
H) Giovanni Maria Falanga, entrato nella Congregazione della S. Famiglia nel 1835, fu superiore di quella corporazione dal 1882 al 1888. Di fatto però, egli esercitò un ruolo di primo piano nelle vicende del Collegio già in questo periodo, quando era superiore il p. Giuseppe Gagliano (1813-1888). Lo stesso arcivescovo di Napoli mal vedeva roperato del Falanga, e in una lettera del 27 agosto 1870 al prefetto di Propaganda Fide aveva affermato che questo religioso dominava nella Congregazione della S. Famiglia e che gli altri lasciavano fare <cit. in G. NARDI, op. cit.t p. 498, nota 7).
1) Falanga a Villari, Napoli, 11 ottobre 1869, in BIBLIOTECA APOSTOLICA VATI­CANA (BAV), Carte Pasquale Villari, busta 18, fase. Giovanni Maria Falanga.