Rassegna storica del Risorgimento
COLLEGIO ASIATICO DI NAPOLI; CORRENTI CESARE; PROPAGANDA FIDE S
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1992
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469
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C. Correnti e Propaganda Fide intorno al 1870 469
Una volta raccolto un certo numero di allievi del Collegio per la carriera ecclesiastica, restava però in piedi la questione degli insegnanti a cui affidarli. Il solito attivissimo p. Falanga si era rivolto già dal dicembre 1870 al card, Bilio, membro della S. Congregazione di Propaganda Fide,43) affinché con la sua autorevolezza potesse rimuovere; fette quelle diffidenze che sull'Istituto napoletano si nutrivano al Palazzo di piazza di Spagna, e contrastare, inoltre, l'attitudine ostile nutrita verso il Collegio Asiatico dal card, Rdario Sforza:
Quando, coadiuvato da prodigiosi aiuti, si riuscì a salvare il Collegio dalla soppressione generale, non mi dissimulai essere questo l'ostacolo più difficile a superarsi, la scarsezza del numero di coloro che vogliono cooperare alla educazione de' giovani asiatici ascrivendosi alla n[ost]ra Cong[gregazio]ne. Quindi appena messa in sodo la esistenza giuridica della medesima, corsi difilato a Torino, e Milano, ove sono collegi di giovani aspiranti alla carriera apostolica già belli e formati, per richiedervi collaboratori al non grato lavoro, e fino ad un punto riuscii. L'aver preferito giovani piemontesi, o lombardi, punse un po' il n[ost]ro Card. Arcivescovo che è in pari tempo n[ost]ro visitatore ap[osto]lico, onde adoperò di sbieco ogni arte perché la pratica si risolvesse in nulla. Aspettava che il tempo avesse un po' attutite le male disposizioni: m'avveggo d'essere illuso. Poiché due giovani del n[ost]ro clero mostravano premure di ascriversi a questo instituto, e pur di averli si passava sopra tutte le forme seguite da noi: non poterono finora conseguire la bramata licenza: e se tale ripugnanza comincia a rendersi di ragione pubblica seguirà che novizzi non verranno, e con tutto il decreto di ricognizione legale c'intisicheremo, ed il Fìsco se ne gioverà. Prendo a giudice l'Em[inen]za V[ost]ra a definire se tuttociò sia serio, e sovrattutto cristiano: e se una mano potente non vi si frappone è tutto detto.
Prego dunque l*Eni[inen]za V[ost]ra a volere spendere una parola per questo n[ost]ro Collegio, poiché se la S. Cong[regazio]ne farà sentire al n[ost]ro arcivescovo un benevolo voto di tolleranza al postutto, le opposizioni si dilegueranno e quando altro prò' non si cavasse, si conserverebbe in natura una rendita alle Missioni da potere in codesti grami tempi sollevare que' poveri derelitti che per gli ultimi infausti avvenimenti sono strenui di ogni sussidio.44)
Il card. Bilio non volle però dare ascolto alla perorazione del Falanga,45) ed a Propaganda Fide si continuava a guardare con ostilità all'Istituto di
Napoli, ne aveva offeso la suscettibilità: Il P. Superiore, giunti che furono i detti ragazzi senza alcuna mia precedente intelligenza, dopo alcuni giorni dallo arrivo, me ne dette notizia, e volendoli condurre da me per presentarli, come era solito a farsi prima delle novità, io finora non ho voluto riceverli. Tutto questo in armonia dello stato generale delle cose di quel Collegio (Riario Sforza a Barnabò, Napoli, 19 febbraio 1872, in APF, ivi, f. 254r).
43) Su Luigi (al secolo Tommaso Francesco) Bilio (Alessandria, 25 marzo 1826-Roma, 30 gennaio 1884), stretto collaboratore di Pio IX sin dai tempi del Sillabo (1864) v. la voce di G. MARTINA in DDJ, 10, pp. 461463.
44) Falanga a Bilio, Napoli, 4 dicembre 1871, in APF, Collegi vari, voi. XIII, ff. 243r~244r.
45) Nel retro di un'altra lettera del Falanga al card. Bilio, di cui era latore