Rassegna storica del Risorgimento

COLLEGIO ASIATICO DI NAPOLI; CORRENTI CESARE; PROPAGANDA FIDE S
anno <1992>   pagina <470>
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Carlo Maria Fiorentino
Napoli, anche perché l'introduzione nel convitto ecclesiastico di un reli­gioso insegnante di lingua araba non era riuscita troppo gradita a Roma. In una lettera del 27 aprile 1872 da Napoli, dove si era recato in visita alla madre del Miniscalchi, ospite del Collegio Asiatico e gravemente malata, p. Giovanni Maria Alfieri aveva esortato mons. Simeoni a chiudere un occhio sull'introduzione del professore religioso di arabo: se non fosse riuscito a questo scopo il conte veronese si sarebbe dimesso dalla sua carica di conservatore e il ministro Correnti avrebbe ceduto ai reclami de' rivoluzionari che vorrebbero veder secolarizzata quella Istituzione.46)
A queste ingiunzioni le autorità ecclesiastiche sembravano riflettere maggiormente sui passi- da fare, e lo stesso card. Riario Sforza, sollecitato da p. Marinoni, direttore del Collegio delle Missioni estere di Milano,47) si mostrava più disposto a prendere in considerazione i suggerimenti dell'on. Capone, membro influentissimo della Commissione amministrativa del Collegio napoletano, che, per quanto appartenga alla solita categoria, non è per dubitare che pel Collegio Cinese, egli ha una certa affettuosa propensione .48>
Il corso delle cose al Collegio Asiatico non conosceva tuttavia alcuna inversione di tendenza nel senso auspicato dal Correnti e dalla maggior parte dei padri congregazionisti, e la crisi organizzativa, sia per l'intran­sigenza di alcuni professori della sezione laica, che volevano la secolarizza­zione definitiva dell'Istituto, sia per l'atteggiamento sospettoso delle autorità ecclesiastiche, che non vedevano di buon occhio, per i motivi che sappiamo,
l'era. Filippo Capone, membro del Consiglio di amministrazione del Collegio napoletano, era scritto di pugno di mons. Simeoni: Rimessa dall'E-mo Card. Bilio con dichiarazione ch'egli né volle ricevere il Capone deputato al Parlamento italiano, né intendeva rispondere al Falanga (APF, ivi, f. 246v).
**) APF, ivi, ff. 256r-257r. Il buon Miniscalchi, aggiungeva nella lettera il generale degli Ospedalieri, che credo preso di mira come Clericale e Gesuitante, prega Iddio perché possa indirett[amente] esser permesso di prestarsi ad alcuno di que' Maroniti, e principalmente a quello che gli sarebbe stato offerto dal P. Abbate; e che Miniscalchi ritenendosi già sicuro e munito di debiti permessi, già aveva al Ministro comunicato, e se ne stava facendo il Decreto di massima. Questo è quanto di somma premura ma anche riservatamente le devo comunicare] vedendo angustiatissimo sull'avvenire il buon Conte, per qualsiasi ostacolo o ritardo che vi si facesse. Mio buon Mons[ignor]e io non ho verun interesse che di giovare, s'è possibile; pronto però a tacermene in tutto se Propaganda non piacesse né l'argomento, né l'intervento mio finché il buon conte non amasse trattar dirett[amente] le cose .
47) Marinoni a Riario Sforza, [Milano, maggio 1872], (copia), in APF, Collegi vari, voi. XIII, f, 260r. In seguito, però, quando a Propaganda Fide si prese la risoluzione definitiva di non far nulla per il Collegio Asiatico, al Marinoni fu garbatamente consigliato di non ingerirsi più negli affari di quell'Istituto (Barnabò a Marinoni, 3 luglio 1872, in APF, Lettere e Decreti della S. Congregazione e Biglietti di Mons. Segretario, voi. 368, ff. 147v-148r).
*D Riario Sforza a Barnabò, Napoli, 24 maggio 1872, cit. in G. NARDI, op. cit.t p, 505). 11 Capone, deputato al Parlamento, era stato in gioventù allievo del Collegio Cinese, ed aveva sempre mantenuto legami d'amicizia con la Congregazione della S, Famiglia (ivi, p. 504).