Rassegna storica del Risorgimento

COLLEGIO ASIATICO DI NAPOLI; CORRENTI CESARE; PROPAGANDA FIDE S
anno <1992>   pagina <472>
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Carlo Maria Fiorentino
ministro degli Esteri rivendicherà il Collegio al suo dicastero per farne un Istituto d'interpreti e addetti alla carriera consolare, ed in grado di ospitare anche giovani dei paesi orientali; S2> la proposta in quell'occasione non fu accolta, ma intanto andava maturando il momento della sua totale trasformazione. Nel 1888 il Collegio Asiatico di Napoli subiva la tanto auspicata secolarizzazione, trasformandosi in Reale Istituto Orientale, senza mai scrollarsi di dosso, peraltro, il peso delle sue tormentate vicende degli ultimi anni.53)
Una parte della responsabilità del fallimento del disegno di fare del Collegio Asiatico di Napoli un ponte tra l'Italia e le missioni cattoliche in Oriente era da addebitarsi allo stesso Cesare Correnti, che con atteg­giamenti intempestivi ed una certa mancanza di tatto aveva suscitato dopo il Venti Settembre allarmi ed imbarazzi tra i membri di Propaganda Fide.
2. I rapporti con i religiosi del Collegio Asiatico, e con il p. Falanga in particolare, avevano introdotto il Correnti, seppure non personalmente ma attraverso contatti indiretti, negli ambienti della Curia romana. Dopo il 20 settembre 1870 questi contatti si erano intensificati: Correnti acca­rezzava con essi il desiderio di rimuovere i maggiori ostacoli che si frapponevano alla conciliazione tra Stato e Chiesa,54) e nel contempo
giapponesi, arabi, indiani... in capo a pochi anni alla stessa stregua di un chiericuzzo napoletano, sino alle inflessioni dialettali, con cui si udirebbero da essi pronunciare l'italiano ed il latino della Liturgia . (Relazione di M. Kerbaker al ministro della Pubblica Istruzione, Napoli, 19 luglio 1877, in ACS, Ministero della Pubblica Istruzione, Divisione Scuole Medie 1860-1893, busta 89, fase. 147).
52) Mancini a Baccelli, Roma, 9 ottobre 1881, n. 71, in ACS, Ministero della Pubblica Istruzione, Divisione Scuole Medie 1860-1893, busta 193, fase. 28.
In quello stesso anno il Lignana pubblicava una lunga relazione nella quale si criticava la politica dei ministri della Pubblica Istruzione che avevano affrontato la questione del Collegio Asiatico: Ora sarebbe invero curioso , scriveva egli con una certa ironia, vedere lo Stato che entrasse a formar missionari per suo conto, brevettati e bollati, e loro assicurasse per di più la conversione dei gentili (Relazione del commissario speciale prof. Giacomo Lignana a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione ad R. Collegio Asiatico di Napoli e documenti relativi, Roma, 1881, p. 9). Cfr. S. TIMPANARO, art. cit., pp. 493494.
53) Inutili si erano rivelati, pertanto, i tentativi di p. Falanga per indurre Pasquale Villari ad impedire la definitiva secolarizzazione dell'Istituto napoletano: Vorrà arrestarsi nella pietosa opera di salvataggio? Sarebbe che il suo glorioso nome si dissociasse da un benefatto la prima volta (Falanga a Villari, Collegio Asiatico, Napoli, 28 maggio 1885, in BAV, Carte Villari, busta 18, fase. Falanga Giovanni Maria). Anche il R. Istituto Orientale, comunque, non divenne, secondo il lapidario giudizio di Benedetto Croce, né un istituto scientifico né una scuola pratica di lingue pei bisogni dei consolati e dei commerci (La letteratura della nuova Italia, voi, IV, cit., p. 304).
50 Subito dopo il Venti Settembre, troviamo alcuni personaggi maggiori e minori della politica italiana, e tra questi Correnti ed il suo segretario generale alla Pubblica Istruzione Giovanni Cantoni, in relazione con alcuni prelati romani e con uno dei maggiori esponenti dell'aristocrazia nera di quel periodo, il principe Massimo di Rignano, tentare di avvicinare Pio IX per convincerlo a riconciliarsi con l'Italia. Di questo episodio, che avrà un esito negativo, si parla in [D. DIAMILLA MULLER] Politica