Rassegna storica del Risorgimento

COLLEGIO ASIATICO DI NAPOLI; CORRENTI CESARE; PROPAGANDA FIDE S
anno <1992>   pagina <473>
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C. Correnti e Propaganda Fide intorno al 1870 473
di dare corpo all'ambito progetto di sostituire la protezione francese alle missioni cattoliche con quella italiana.55*
segreta italiana (1863-1870), Torino, 21891, pp. 409-435, che cita alcune lettere dello stesso Correnti a mons. Badia, prelato di Curia, e ad altri protagonisti di quell'episodio. Secondo il Diamilla Muller, la responsabilità del fallimento di quel progetto, di cui fu anch'egli attore di primo piano (era il tramite tra l'astronomo gesuita p. Angelo Secchi e il ministro della Pubblica Istruzione), si doveva attribuire a Giuseppe Giaco­melli, uomo del Sella, collaboratore del Cadorna prima, e del Lamarmora poi per ciò che riguardava gli affari finanziari a Roma. Nonostante che il Diamilla Muller non avesse avuto un passato limpido e fosse da annoverarsi tra quella schiera di personaggi che nei trapassi di regime cercano di guadagnarsi una posizione di spicco nel nuovo ordine di cose inventandosi ruoli che non hanno avuto, la sua testimonianza trova riscontri diretti ed indiretti in alcuni documenti da noi rinvenuti e nelle memorie di p. Angelo Secchi, conservate nell'archivio storico della Pontificia Università Gregoriana di Roma (cfr. G. CASTELLANI, Nomina e rinunzia del P. Angelo Secchi a professore di astrofisica nell'Università di Roma (1870), in La Civiltà Cattolica, a. 95 (1944), pp. 39-46 e 171-179; In., La mancata cattedra di astrofisica del P. Angelo Secchi alla Sapienza (1870), in Strenna dei Romanisti, a. XXXI [1970], pp. 76-84). Su Demetrio (Emilio) Diamilla Muller (Roma, 8 settembre 1826-Roma, 26 ottobre 1908), v. L. FALLANI-L. MILANA, Demetrio Diamilla Muller: una singolare personalità del Risorgimento italiano, in Rassegna Storica del Risorgimento, a. LXXV (1988), pp. 429-460.
In questa azione di avvicinamento con la Santa Sede il Correnti si era servito anche di mons. Nardi, come attestano alcune lettere di questo prelato allo stesso ministro conservate in MUSEO DEL RISORGIMENTO DI MILANO (MRM), Archivio Correnti, cartella 18, fase. 920. Mons, Nardi conosceva Correnti d'antica data (nelle lettere in discorso il ministro è chiamato dal prelato amico illustre e carissimo ). Importanti riferimenti al ruolo di mediatore tra l'Italia e l'Austria-Ungheria sulla questione romana dopo il Venti Settembre del prelato si trovano anche nella lettera dell'ambasciatore austriaco a Firenze Kubeck al Cancelliere Beust, dell'8 ottobre 1870, in Das Ende des Kirchenstaates, I-IV, a cura di N. Muco, Wien-Munchen, 1962-1970, voi. Ili, p. 113). Su mons. Nardi, v., sopra, note 30 e 33.
55) L'influenza della Francia tra le popolazioni cristiane del Levante, che aveva la sua origine nell'antico protettorato sorto sin dall'epoca delle Crociate, crebbe note­volmente durante la guerra di Crimea e, soprattutto, con l'invio delle truppe fran­cesi da parte di Napoleone III nel 1860 in seguito al massacro di parecchie cen­tinaia di cristiano-maroniti ad opera dei drusi. Al seguito delle truppe francesi nac­quero o ebbero un nuovo impulso una serie di organizzazioni missionarie, come quelle dirette dai padri Lazzaristi, dai Fratelli delle Scuole Cristiane, dalle Figlie di ca­rità, dalle Suore di S. Giuseppe, dell'Opera Pia della S. Infanzia, che avevano in Parigi e Lione i loro centri di irradiazione, e nella S. Congregazione di Propaganda Fide il loro centro di raccordo. Queste organizzazioni, dirette da uomini come il p, Etienne, generale dei Lazzaristi, e mons. Lavigerie, arcivescovo di Algeri, che fu il primo direttore dell'Opera delle Scuole d'Oriente, esercitarono un ruolo costantemente teso ad impedire una qualsiasi influenza dei missionari d'altre nazionalità, in particolare italiani, in quelle terre, e una forte pressione su Propaganda Fide, che ancora nel periodo che stiamo studiando sembrava quasi infeudata alla Francia. Tra la copiosa produzione storiografica sull'argomento, cfr. soprattutto J. HAJJAR, Les ehrétìens uniates du Proche-Orienl, Paris, 1962; ID., L'Europe et les destinées du Pwche-Orient (1815-1848), Paris, 1970; ID., Le Vatican, la Pratica et le catholicisme orientai (1878-1914). Diplomatie et hisloire de l'Eglise, Paris, 1979. Cfr. anche R. AUBERT, // pontificato di Pio IX, a cura di G. MARTINA, Torino, 2J976, voi. Il, pp. 632-636; e, seppure per un periodo posteriore ma con riferimento a quello che ci riguarda, F. PONZI, La presenza della Chiesa cattolica e dell'Italia in Africa e in Oriente nella seconda metà dell'Ottocento, in Clio, a. XXVII (1991), pp. 31-54.