Rassegna storica del Risorgimento

COLLEGIO ASIATICO DI NAPOLI; CORRENTI CESARE; PROPAGANDA FIDE S
anno <1992>   pagina <481>
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C. Correnti e Propaganda Fide intorno al 1870 481
il governo britannico per salvaguardare quella S. Congregazione dai ten­tativi di ingerenza del governo italiano. Scriveva il card. Barnabò:
Da certe pratiche officiose che si son fatte non ha guari presso la Propaganda per opera del Ministero di Firenze e da altri indizi assai significativi, si ha ragione di temere che quel Governo possa pretendere di porre le mani su questa Istituzione eminentemente cattolica prendendo le mosse dal volersi ingerire sul (sic) insegnamento che si impartisce ai giovani Alunni delle varie Missioni e sulla Tipografia della S. C[ongregazione]. Ora non ho io d'uopo di richiamare l'atten­zione di V.S. sull'interesse gravissimo che hanno i cattolici soggetti all'Inghilterra nella conservazione ed indipendenza della Propaganda non solo perché moltissimi giovani delle Colonie Inglesi e del Regno Unito hanno ricevuto in passato e ricevono tuttora l'educazione ecclesiastica nel Collegio Urbano, ma eziandio perché la Propaganda è l'organo onde ricevono i cattolici suddetti le grazie e provve­dimenti che implorano dalla S. Sede e perché con questa S. C[ongregazione] corrispondono esclusivamente invece di indirizzarsi ai diversi Dicasteri ecclesiastici di Roma Cattolica. Posto ciò io interesso vivamente la S.V. a voler agire (dissimulando però l'impulso che ora riceve dalla Propaganda) presso codesto Governo di S.M. Britannica per ottenere che si dia positiva istruzione a chi in Roma lo rappresenta d'impedire che il Governo di Vittorio Emmanuele (eie) che già minaccia da vicino i Luoghi Pii di questa Capitale abbia a colpire sia nella istruzione sia nei beni temporali la Propaganda, la quale deve per l'opposto essere lasciata intatta come Istruzione spettante al mondo cattolico e quindi in gran parte anche ai Cattolici d'Inghilterra, e come opera per conseguenza dipendente dal Capo della Chiesa Universale che ha appunto nel Collegio Urbano il suo Seminario Cattolico.
Non dubito che Ella vorrà impiegare a questo effetto tutta l'influenza di cui potrà disporre e colla maggiore possibile sollecitudine essendovi appunto il periculum in more.
Del resto io ho fiducia che V.S. riuscirà nell'intento, avendo veduto il buon effetto di altre sue pratiche nell'efficace protezione assunta dal Rappresentante Britannico in Roma a favore dei diversi stabilimenti appartenenti ai sudditi Inglesi.81
A questa richiesta d'intervento seguiva di lì a qualche .mese un memoriale di mons. Simeoni agli ambasciatori italiani presso la Santa Sede nel quale si chiedeva esplicitamente di proteggere la S. Congre­gazione di Propaganda Fide da ogni ingerenza straniera (cioè italiana),82) frustrando quindi ogni speranza del governo di Vittorio Emanuele II di realizzare le sue mire espansionistiche attraverso le missioni cattoliche in Africa e in Oriente.
Si chiudevano così, non solo con un fin de non-recevoir, ma con atti di vera e propria ostilità diplomatica, i tentativi di Cesare Correnti di addivenire ad; un accordo con Propaganda Fide;83) ed i sospetti e
81> APF, Lettere e Decreti della S. Congregazione e Biglietti di Mons. Segretario, voi. 365, fi. 106r-108r. Le pratiche del Manning con il suo governo dovevano aver dato buoni frutti, se qualche tempo dopo il prefetto di Propaganda Fide lo ringraziava per quanto aveva fatto in favore di quella Istituzione (Barnabò a Manning. 23 marzo 1871, APF, ivi, f. 243r).
82) Cfr. A. MERLINO, // patrimonio della S. Congregazione, cit., p. 70.
M) In questo senso andrebbe rivista l'asserzione secondo cui il governo italiano, agli albori della sua politica coloniale, non si era occupato di favorire i missionari