Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
anno <1992>   pagina <484>
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484 Gian Luigi Bruzzone
concezione politica d'allora e dalle pressioni (più o meno interessate) di alcune potenze occidentali, a cominciare dal Regno Unito, bramoso di contenere l'espansione francese nel Mediterraneo. Di più, si ventilava la possibilità che la Germania stesse per occupare le terre africane rimaste libere: non bisognava dormire insomma, e usufruire del diritto di prelazione universalmente riconosciuto sulla Libia.3) Lo stesso Giovanni Giolitti ne era consapevole e, d'altra parte, il governo turco sembrava disinteressarsi della provincia: Le condizioni di cose in cui rimaneva la Libia, sotto il dominio ottomano, erano tali da non poter continuare. Mentre infatti l'Africa occidentale, da Tunisi al Marocco, e l'Egitto si trovavano sotto l'egida di amministrazioni europee, nella Libia prevalevano ancora condizioni straordinariamente arretrate; basta ricordare che a Ben-gasi c'era ancora il commercio degli schiavi, che venivano presi con la violenza nel centro dell'Africa e venduti su quel mercato. Era impossibile che una simile infamia fosse tollerata alle porte d'Europa .4>
Comunque sia, il conflitto fu esclusivamente coloniale come dimostra se non andiamo errati la condotta bellica limitata al territorio libico e al mare che lo bagna. L'Italia, rivelatosi poco affidabile qualsiasi accordo pacifico compatibile con l'onore italiano, intendeva occupare la Tripolitania e la Cirenaica marni militari, rendendole da province turche, colonie italiane. Guerra condizionata quindi, per non mutare lo status quo nei Balcani, conforme gli accordi internazionali firmati. Ma questa voluta limitazione afferma Raffaele Ciasca costrinse l'Italia a non offendere il nemico nel punto più facilmente vulnerabile, cioè sul mare, dove noi avevamo l'incontestabile superiorità, e nel cuore dell'Impero, e a condurre le operazioni in modo che parve fiacco o poco intelligente; per esempio la mancata azione contro i forti di Prevesa, la mancata distruzione della flotta turca, incrociante lungo le coste di Siria allo scoppio della guerra.5)
A pochi giorni dalla dichiarazione di guerra, fra il cinque ed il ventun ottobre, le truppe italiane occuparono i maggiori centri costieri della regione. Tobruk divenne base navale per la Cirenaica; Tripoli fu conquistata il cinque da millesettecento marinai al comando di Umberto Cagni, Derna fu presa il diciotto, Bengasi il venti, Homs il ventuno e così via.
Presto però il contingente iniziale, contenuto in 34000 uomini e 72 cannoni, risultò insufficiente, poiché le resistenze incontrate furono superiori al previsto, massime all'interno, dove le tribù arabe o berbere conducevano un'accanita guerriglia e tramavano imboscate. Dal gennaio all'ottobre 1912 furono inviati altri 55000 uomini, 150 cannoni ed altro
3) D. MACK-SMITH, Storia d'Italia 1861-1958, Bari, Laterza, 1964, p. 439.
0 G. GIOLITTI, Memorie della mia vita, Milano, Treves, 1922, voL II, pp. 333-334.
5) R. CIASCA, Storia coloniale dell'Italia contemporanea, Da Assab all'Impero, II edizione, Milano, Hoepli, 1940, p. 382.