Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
anno <1992>   pagina <501>
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Lettere sulla guerra italo-turca
501
sembra quando prendo di penna di parlarvi, di sentire il vostro pensare e potervi sempre dire il grande affetto che sento per voi.
Di Rodi ben poco vi posso dire. C'è chi dice che andremo presto all'occu­pazione dì altra isola, c'è chi dice che noi non ci muoviamo. La popolazione greca è a noi favorevole e al nostro passare dai sobborghi ci caricano di fiori. La turca ci guarda con occhio torvo, ma ci rispetta. Abbiamo incominciato a girare colle truppe i dintorni della città e spesso incontriamo sui muri o avanzi di case lo stemma di Rodi vicino a quello di Savoia, di Venezia e qualcheduno della Superba.34)
Domenica al pomeriggio con un collega fui a Rodi, dove suonava la musica della nave R, Margherita e dovetti subito constatare i passi giganteschi della nostra dominazione. Mi sembrava d'essere in altra città, tanto era pulita; il movimento di signore (ebree e greche), di uomini, ufficiali e sembrava che la possessione di quest'isola fiorita fosse già di qualche anno.
Noi continuiamo a essere accampati e speriamo che il governo, se con­cluderà la pace, faccia ritornare in patria il nostro reggimento che ha bisogno di tante cose, perché sei mesi e più di guerra l'ha ridotto eminente guerresco, ma molto [...]. Continuo a essere un fiero comandante, come mi chiamano, ma anch'io sento il bisogno di molte cose e di un lungo riposo. V'invio due fotografìe: in una accompagno una greca in mezzo al mio battaglione per dar da bere ai miei soldati, dopo il combattimento di Psithos; l'altra è lo Stato Maggiore turco che passando in mezzo ai miei avamposti si reca dal Gen. Ameglio per arrendersi prigioniero. Fotografie che vi faranno piacere, ove dimostrano che l'opera del vostro congiunto nella guerra turco-itala non è stata vana.
Vedo il termine del foglietto e mi dispiace perché mi sarei volentieri trattenuto ancora con voi. Datemi spesso vostre nuove e pensate a me. Vi bacio tutti col massimo dell'affetto.
XXII
Rodi, 18 luglio 1912 Mio Giacomo,
in questo momento il Comando generale ci comunica che il ministro ha telegrafato di tenersi pronti a partire per il 22 c.m. Per dove non si sa.
Io sono sempre sereno e pronto a tutto. Io non ho mai goduto e spero, se Iddio mi conserverà all'affetto dei miei figli e di voi miei cari parenti, di godere la vita dopo questa campagna. D'un favore ti prego, Giacomo mio: è quello della mia famiglia; e se Olga verrà costì, vai tu o Bacicia a incontrarla a S.Pier d'arena. Temo che a Celle ne faccia qualche d'una delle sue, Bruno. Sorveglialo in mare, in barca, nella bicicletta, te ne prego.
In alto i cuori, perciò non darti pensiero per altri cimenti che incontrerò. Il padre nostro, l'adorata madre nostra prega per me, perché è necessario ch'io viva per i miei figli. Non aggiungo altro perché non mi sento e poi debbo pensare a tante cose, adorato fratello mio. Bacia tutti per me, che ho nel cuore, e te ti bacio paternamente e fraternamente.
34) Una presentazione della realtà egea, coeva ed interessante, è la raccolta di corrispondenze belliche: G. DE FRENZI, L'Italia nell'Egeo, Roma, Provenzani, 1913 (Guido de Frenzi è pseudonimo di Luigi Fcderzonl).