Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
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Libri e periodici
Caroli dell'Archivio di Stato di Torino, che ha corretto le bozze, compilato gli ìndici, ordinate le illustrazioni.
Bisogna aggiungere che Bogge quando ha iniziato questo lavoro era già uno studioso che aveva saputo farsi apprezzare per una serie di ricerche riguardanti la storia dell'agricoltura piemontese nel secolo XIX e la vendita dell'asse ecclesiastico in Piemonte dal 1867 al 1916. Ma era anche un ottimo conoscitore dell'ambiente cavouriano: lo dimostra la pubblicazione delle Lettere di Giacinto Corto a Cavour, tra il 1845 e il 1855, attraverso le quali si sono conosciuti meglio non soltanto i sistemi di conduzione agricola in vigore a metà del secolo in alcune zone del Piemonte ma i rapporti tra il conte e il suo stretto collaboratore, e il lavoro compiuto a partire dal 1974 in un gruppo torinese di ricerca che collaborava all'edizione critica del-YEpistolario cavouriano. Con fervida alacrità ha scritto Carlo Pischedda Bogge dapprima provvide a completare il riordinamento delle lettere cavouriane del quindicennio 1847-1861, che erano in attesa di pubblicazione; in seguito, dopo la pubblicazione di alcune schedature utilissime, dedicò molto tempo alle ricerche necessarie alla ricostruzione di molte date mancanti e al reperimento di lettere già edite in volumi di fonti e in saggi e studi di storia del Risorgimento .
Questa conoscenza da parte di Bogge del mondo cavouriano va collegata alla ventennale collaborazione con Carlo Pischedda, cioè con il maggiore studioso di Cavour e il migliore conoscitore della relativa documentazione archivistica. Lo stesso Romeo, nella prefazione al primo volume della sua grande biografia cavouriana, edito nel 1969, ha scritto dell' assistenza generosa e costante prestatagli in tanti anni e della sua irraggiungibile competenza nelle cose cavouriane, concludendo che senza quell'aiuto forse la biografia di Cavour non sarebbe mai stata scritta .
lo stesso Pischedda, d'altronde, ha scritto un ampio e commosso profilo di Bogge nel quale il ricordo dell'amico e del collaboratore repentinamente scomparso è accompagnato da una accurata biografia intellettuale dello studioso nel volume L'agricoltura nel Piemonte dell'800. Atti del seminario in memoria di Alfonso Bogge, tenutosi a Torino il 2 dicembre 1989, a cura dello stesso Pischedda, di Paola Caroli e di Paola Corti.
Nella nuova edizione dei Diari sono stati immessi consistenti brani inediti: dal dicembre 1837 al 1838, il 1840, il 1842, il 1845, dal 1850 al 1852; l'arco cronologico giunge cosi al 1856. Un arco assai lungo, anche se non continuo perché mancano dieci anni: il 1839, il '41, il '44, dal '46 al '49, dal '53 al '55. Ma il lettore che si aspettasse, negli anni presenti nel diario, rivelazioni relative ai momenti cruciali della vita politica di Cavour la nomina a ministro nel 1850, o a presidente del Consiglio nel 1852, ovvero la partecipazione al congresso di Parigi nel 1856 rimarrebbe certamente deluso.
La testimonianza di Cavour è infatti concentrata soprattutto negli anni giovanili; quelli delle intense letture e dei contatti così proficui con la grande cultura europea. In quegli anni Cavour espresse minutamente nelle pagine del diario i suoi stati d'animo, spesso contraddittori, il suo bisogno di affetto e, insieme, di solitudine.
Ecco una notazione del 19 ottobre 1833: Da molto tempo non trascorrevo una giornata in completa solitudine morale. Quanto bene mi ha fatto; questa sera mi sento più calmo, più serio, direi migliore; il mio animo è tranquillo, il mìo giudizio si spoglia dalle passioni che l'ottenebrano quando agisce in mezzo al rumore della folla [...]. Forse se vivessi a lungo in questa solitudine calma e silenziosa, alla presenza continua della natura, in costante relazione con essa, ritornerei accessibile ad ogni dolce emozione [.,.]. Ma una simile felicità non è fatta per me. L'effetto salutare di qualche giorno di solitudine sarà ben presto distrutto dall'atmosfera del mondo in cui vivo, in permanente ostilità con molte persone che dovrebbero essermi care.
Ci furono, poi, le delusioni nei rapporti con i genitori, con il fratello Gustavo,