Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
anno <1992>   pagina <508>
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Libri e periodici
alimentare rispettivamente nel Regno d'Italia e nel Meridione. Esse furono significativa­mente riprese dalla classe dirigente liberale imitarla con la famosa Inchiesta agraria sulle condizioni della classe agricola, avviata nel 1877 da una commissione parlamentare presieduta da Stefano Jacini, e con l'Inchiesta sulle condizioni igienico-saniiane dei Comuni del Regno. In entrambe si rilevava come i tassi di mortalità ancora elevatissimi tra le classi popolari dipendessero in massima parte dalle scarse possibilità e dalle cattive abitudini alimentari. La mostra si chiude con una vasta sezione dedicata alla tassa sul macinato, caso emblematico di collegamento tra pane e potere . Applicata solo in alcuni Stati pre-unitari, era stata comunque più volte rimossa e reintrodotta nel corso dei secoli (significative in proposito le oscillazioni del governo pontificio). La sua imposizione da parte dei Francesi nel Regno d'Italia prima (1809), del nuovo ceto dirigente liberale nazionale poi (1868-69), suscitò una violenta reazione popolare, nella quale confluirono i rancori accumulati contro un sistema di potere che, concentrando il prelievo fiscale anche sui beni di prima necessita, aveva finito col provocare un peggioramento del già misero livello di vita e delle già precarie condizioni alimentari delle masse popolari.
Abbiamo svolto questa rapida sintesi, per dare un'idea dell'ampiezza e della complessità delle problematiche affrontate dagli organizzatori dell'esposizione. I soddi­sfacenti risultati da essa ottenuti sono il frutto di un lavoro di équipe condotto da una nutrita schiera di studiosi che hanno curato i vari aspetti della mostra, tra i quali ricordiamo Vincenzo Franco, Angela Lanconcelli e Maria Antonietta Quesada per l'ideazione e la realizzazione; Maria Giacinta Balducci, Rita Filippi, Liana Ivagnes, Roberto Lorenzetti, Roberto Marinelli per l'elaborazione dell'itinerario storico; Filiberto Lembo per l'organizzazione.
FILIPPO RONCHI
ROBERTO G. SALVADORI - GIORGIO SACCHETTI, Presenze ebraiche nell'aretino dal XIV al XX secolo (Storia dell'ebraismo in Italia. Studi e testi, 11); Firenze, Olschki, 1990, in 8, pp. 167. L. 38.000.
Non per nulla sei ebreo e sai cosa sia l'angoscia : con questa frase Kafka è riuscito a sintetizzare quell'insieme di precarietà, impotenza, isolamento che, dalla diaspora in poi, ha sempre caratterizzato le comunità ebraiche sparse per il mondo, la cui unica costante era {ed è) la religione tradizionale, che fornisce loro un rigido modello sociale: per quanto sparsi per ogni dove, gli ebrei sono soggetti ad un complesso tutto sommato uniforme di costumi che li isola quasi del tutto da ciò che li circonda, portandoli, nel passato almeno, a vedere l'ascesa al trono di un nuovo monarca od al soglio pontificio di un nuovo papa con un misto dì preoccupazione e di speranza, in quanto cambiamenti potenzialmente forieri tanto di aperture che di tragedie, di benigni rescritti che di espulsioni.
In Italia, come nel resto d'Europa, gli ebrei sono sempre stati tollerati più che accolti od accettati, una tolleranza che li poneva sempre sull'orlo di un baratro avendo, su un versante, l'assimilazione e l'integrazione piena e, su quello opposto, la separazione e, talvolta, l'espulsione. Una diversità non solo subita, ma anche profonda­mente sentita che si traduceva ora ìn rassegnazione disperata di fronte ad una sorte avversa, ora in un moto di orgoglio per la propria natura ed i propri destini dì popolo eletto . D'altronde, neanche i provvedimenti presi per individuare, circoscrivere ed isolare gli ebrei all'interno del restante corpo sociale (obbligo di portare un contras­segno visibile sugli abiti, chiusura nei ghetti, forti restrizioni nei movimenti e nelle attività) raggiunsero mai in pieno i loro intenti, anche se solo gli ebrei più in vista riuscirono a sottrarsi a queste limitazioni.
In particolare, le restrizioni sulle attività che portarono gli ebrei, nel corso dei