Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
anno <1992>   pagina <511>
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Libri e periodici 5Ì1
Colonie (cioè le sedi staccate) che a causa delle vicende politiche si andavano
in gran parte estinguendo, l'Arcadia è sopravvissuta a se stessa, trasformandosi dapprima
in Accademia Romana e dandosi poi (con decreto presidenziale del 1972) un più
definito assetto istituzionale sotto il titolo di Arcadia. Accademia Letteraria Italiana .
FILIPPO RONCHI
La memoria del sapere. Forme di conservazione e strutture organizzative dall'antichità a oggi, a cura di PIETRO ROSSI; Roma-Bari, Editori Laterza-Seat, 1988, in 8, pp. XI-409. Sp.
Questa raccolta di saggi, curata da Pietro Rossi con estrema attenzione ed oculata selezione delle tematiche affrontate, si propone l'ambizioso compito di studiare le tecniche di conservazione ma anche di trasmissione del sapere dal mondo antico ai giorni nostri, prendendo in esame gli strumenti di registrazione che ne sono stati i supporti materiali (dai rotoli di pergamena ai più sofisticati computers) e le istituzioni che hanno presieduto a tale processo. Al mutamento degli strumenti (rotoli, codici, libri stampati, elaboratori elettronici), delle strutture volte alla loro conservazione (dalle biblioteche alle banche dati) e delle istituzioni nelle quali questi processi si sono compiuti e si compiono (dalle scuole filosofiche antiche ai più sofisticati laboratori di ricerca moderni), come evidenzia nella sua interessante prefazione Pietro Rossi, fa riscontro un altro processo parimenti importante: il mutamento delle forme del sapere. Esiste tra questi processi di mutamento una relazione costante: come afferma Rossi non soltanto il sorgere di nuove tecniche e di nuovi strumenti di conservazione, nonché raffermarsi di nuove sedi istituzionali, dà luogo a una trasformazione delle forme di sapere, ma avviene anche l'inverso, vale a dire un cambiamento di tecniche, di strumenti, di istituzioni in virtù della nascita di nuove forme di sapere o del modificarsi di forme già esistenti. 11 caso della moderna scienza della natura è particolarmente significativo anche sotto questo profilo: l'emergere di un sapere struttu­ralmente nuovo è stato favorito dalle possibilità di comunicazione che la carta stampata offriva, ma ha pure promosso nuovi tipi di testo e ha dato origine a istituzioni nuove, o profondamente rinnovate, di conservazione e di trasmissione del sapere (p. Vili).
Il volume frutto di un lavoro di cooperazione nell'ambito di una ricerca condotta con il patrocinio della Seat-Division Stet S.p.A. si pone dei precisi limiti, concettuali e storico-geografici. Il sapere non viene preso in considerazione nell'analisi delle sue tecniche di ricerca, ma come e prodotto , come oggetto di un testo scritto che come tale è atto ad essere conservato e trasmesso. L'altra delimitazione concerne l'ambito storico dell'analisi: la ricerca è volutamente circoscritta allo sviluppo del sapere nel mondo europeo. Altre società hanno probabilmente condotto cammini diversi, sviluppando forme di sapere e di conservazioni peculiari altrettanto valide, il cui studio sarebbe indubbiamente interessante, ma che non potevano essere contemplate nell'ambito di una ricerca che è già di per sé estremamente ambiziosa, È infine improprio parlare di sapere al singolare, in quanto una società (tanto più se evoluta, come quella europea) non è portatrice di un sapere, ma di una pluralità di saperi, più o meno collegati e coordinati tra loro.
Entro i limiti di cui si detto, dunque, nel volume i saggi di cui sono autori alcuni tra i maggiori specialisti italiani di storia della cultura (oltre allo stesso Pietro Rossi, Franco Alessio, Giuseppe Cambiano, Giorgio Raimondo Cardona, Guglielmo Cavallo, Luigi Marino, Guido Martinoiti, Armando Petrucci, Mario Rosa, Paolo Rossi e Carlo Augusto Viano) sono organizzati cronologicamente per offrire in maniera approfondita un quadro d'insieme dell'evoluzione delle capacità conservative del sapere, elemento decisivo dello sviluppo della civiltà occidentale.
VINCENZO FANNINI