Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
anno <1992>   pagina <514>
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514 Libri e periodici
della popolazione ebraica, che non potè sottrarsi alla deportazione ed al martirio dei forni crematori di Auschwitz. Dopo la guerra, la vita ebraica non rifiorì più e nel 1960 la Sinagoga venne chiusa. Oggi a Pitigliano vivono soltanto cinque ebrei.
Da queste poche righe è possibile forse capire quanto la storia della comunità ebraica pitiglianese, proprio per la sua quotidianeità, sia meritevole di attenzione e degna di una ricerca approfondita e documentata quale quella condotta da Roberto G-, Salvadori, edita per i tipi della Giuntina, una giovane e vivace casa editrice fiorentina specializzata in opere di argomento ebraico. Non è probabilmente neanche troppo azzardato affermare che le vicissitudini di questa piccola comunità possono essere prese a modello per sintetizzare le vicende storiche di tutti gli ebrei toscani, e ciò anche a dispetto della scarsità del materiale documentario reperibile, evidenziata già a suo tempo da Massimo Livi-Bacci: La loro storia non è documentabile facil­mente [...], la comunità è ormai disciolta da diversi decenni; il Tempio è semidistrutto; dell'archivio, in parte disperso, nulla più resta a Pitigliano. Gli scritti su questa modesta comunità sono scarsi ed avari di informazioni, non vi nacquero personalità di rilievo che attirassero l'attenzione di biografi e storici; non vi accaddero avvenimenti memo­rabili .*)
VINCENZO FANNINI ,
EMILIO LA PARRÀ LOPEZ-JESUS PRADELLS NADAL, Editores, Iglesia, Sociedad y Estado en Espana, Francia e Italia (ss. XVIII al XX) ; Alicante, Istituto de Cultura Juan Gil-Albert (Diputación Provincial de Alicante), 1991, in 8, pp. 549. S.p.
Organizzato dalla sede di Valenza dell'Università Internazionale Menéndez y Pelayo col patrocinio dell'Istituto di Cultura Juan Gil-Albert , l'incontro celebrato in Alicante dal 14 al 17" novembre 1990 riunì un centinaio di studiosi spagnoli, francesi e italiani impegnati nell'analisi di un tema di lunga lena e di capitale importanza nella storia dei tre Paesi: le relazioni, gli accordi e i contrasti tra Chiesa, Stato e Società dal Settecento ad oggi.
Pubblicati, con non comune sollecitudine, in veste tipografica di sobria eleganza, gli Atti delle giornate di Alicante forniscono agli specialisti cospicua materia di dialogo fra mondi storiografici ancora poco compenetrati. A ciò giovano sia le ampie sintesi incaricate di tracciare bilanci critici delle variegate linee interpretative dei molteplici aspetti del grande problema affrontato, sia i numerosi contributi, fondati anche su larghe esplorazioni archivistiche, che presentano i primi risultati di ricerche in corso di realizzazione. Le une e gli altri documento di un fertile incontro tra storia politica , delle istituzioni, della cultura da tin lato e scienze economiche e sociali e metodi quantitativi dall'altro. Senza aprioristiche esclusioni, nella convinzione che la vitalità della storiografia consista anche nelle diversità profonde dei suoi modi e nell'esigenza di confronti.
Immobilizzate dalle manimorte, le migliori terre spagnole appartenevano nel secolo XVIII alla Chiesa cattolica. Rendite, decime ed elemosine rimpinguavano le già robuste entrate ordinarie. Dopo la denunzia formulata nel 1713 da Gregorio Macanaz, parve che la Spagna di Filippo V avrebbe imboccato la strada del giurisdi-zionalismo. Ma così non fu. In Francia l'anziano Luigi XIV, diventato devoto, volle
') MASSIMO LIVI-BACCI, Una comunità israelitica in un ambiente rurale: la demografìa degli ebrei di Pitigliano nel XX secolo, in Studi in memoria di Federigo Melis, voi. V, Napoli, 1978, p. 100.