Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
anno <1992>   pagina <519>
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s Libri e periodici 519
In conclusione, un saggio divulgativo di buon livello e di piacevole lettura,
che non sembra risentire negativamente, nonostante il titolo in questo piuttosto
fuorviante di idee preconcette e di campanilismo esasperato, il che di questi
tempi non è certo cosa da poco,
VINCENZO FANNINI
ANTONIO BENVENUTI - ROMANO PAOLO COPPINI - RANIERI FAVILLI - ALESSANDRO VOLPI, La Facoltà di Agraria dell'Università di Pisa. Dall'Istituto agrario di Cosimo Ridolfi ai nostri giorni; Pisa, Pacini, 1991, in 8, pp. 25. S.p.
Con notificazione del 5 ottobre 1840 k Soprintendenza agli Studi del Granducato di Toscana, sorta proprio in quell'anno per procedere al riordinamento dell'istruzione universitaria nello Stato dei Lorena, istituiva nella Facoltà di Scienze Naturali del­l'Università di Pisa la cattedra di Agricoltura e Pastorizia . Con questo atto veniva di fatto sancita la creazione della Facoltà di Agraria di Pisa e nel 1991, in occasione del 150 anniversario di questo avvenimento, la Facoltà stessa ha promosso la pubblicazione di un volume nel quale ne vengono ripercorse le vicende dalle lontane origini granducali fino ai giorni nostri.
Occorre anzitutto osservare, peraltro, che l'esatta data di nascita della Facoltà non coincise con l'istituzione della prima cattedra universitaria riservata alle discipline agrarie, bensì fu leggermente più tarda e deve essere collegata alla fondazione, avvenuta nei primi mesi del 1841, dell'Istituto Agrario Pisano, che dell'attuale Facoltà rappresenta l'autentico nucleo storico. L'Istituto ebbe in dotazione dal governo 31 ettari di terreni ubicati alla periferia della città e fu voluto da Cosimo Rddolfi, il grande animatore dell'iniziativa pisana, perché gli insegnamenti teorici impartiti nelle aule universitarie potessero trovare immediata applicazione e verifica in una azienda agraria. Come ha opportunamente sottolineato Luciano Iacoponi nell'introduzione al volume, maturarono allora tre condizioni essenziali per la nascita di una istituzione universitaria che fosse del tutto assimilabile ad una vera e propria Facoltà di Agraria, come noi oggi k intendiamo: la cattedra universitaria per l'insegnamento delle discipline agrarie; l'inserimento di tale insegnamento in un contesto di discipline di base altamente qualificate impartite nella Università di Pisa; la costituzione di uno stabilimento dotato di attrezzature e terreni idonei per condurre una vera sperimentazione agraria ed aziendale (p. 2).
Questa impostazione rispondeva perfettamente agli intendimenti di Cosimo Ridolfi, che era in quegli anni l'esponente più autorevole dell'agricoltura toscana e uno dei più stimati agronomi europei. Al ruolo da lui avuto nella nascita e nello sviluppo della facoltà pisana hanno dedicato un saggio lucidissimo Romano Paolo Coppini e Alessandro Volpi, che hanno fatto di questa vicenda un'interessante chiave di lettura degli atteggiamenti politici, economici e culturali dell'intero moderatismo toscano di metà Ottocento,
Attraverso una documentata analisi dei rapporti instauratisi fra l'aristocrazia fondiaria, il mondo bancario e finanziario e le élites dirigenti essi hanno ricostruito il complesso dibattito che investì l'asse portante degli equilibri economici e sociali sui quali si reggeva nel secolo scorso la Toscana: vale a dire il contralto mezzadrile. Ed hanno chiaramente messo a fuoco i criteri che in tale contesto ispirarono la condotta di Ridolfi, colui che con maggiore coerenza persegui l'obbiettivo di coniugare il mantenimento dell'agricoltura mezzadrile, ritenuta un insostituibile strumento per la conservazione dell'armonia sociale e politica! con una mentalità imprenditoriale che