Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
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1992
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529
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Libri e periodici 529
MARIA SERENA PIRETTI, La giustìzia dei numeri. Il proporzionalismo in Italia (1870-1923); Bologna, Il Mulino, 1990, in 8, pp. 334. L. 40.000.
L'introduzione del sistema proporzionale con scrutinio di lista, avvenuta nelle elezioni politiche del 1919, da un lato ha avuto come sappiamo effetti sconvolgenti sul piano della struttura partitica, consolidata da decenni con il metodo uninominale, e dall'altro ha offerto, sul piano della ricerca storica generale, materiale politico di notevolissimo peso,
La svolta è sancita innanzitutto con la diversa articolazione del territorio nazionale rispetto al passato: i collegi da 508 vengono ridotti a 54, dei quali 42 comprendono ciascuno una sola provincia, 10 racchiudono due province ciascuno, uno include 3 e uno 4 province. Solo quattro Collegi compresero una intera Regione (Liguria, Umbria, Lazio e Basilicata), un Collegio fu formato con province appartenenti a regioni diverse (Ferrara e Rovigo); con altro Collegio, quello di Campobasso e di Benevento, si ricostituì, ma solo in parte, la storica Regione del Sannio. La circoscrizione del 1919 così risultante differiva sostanzialmente da quella del 1882-90, perché in quest'ultima i Collegi elettorali essendo 135, ogni Provincia ebbe più Collegi, nel 1919 invece si ebbero ben 42 Province costituite ciascuna in un Collegio mentre le altre furono riunite in gruppi J)
La ripartizione dei seggi avviene con il metodo delle divisioni successive (metodo d'Hondt), che finisce con il favorire le maggioranze a danno delle minoranze, soprattutto nei collegi a base ristretta. Questa alterazione della volontà popolare non è accolta e condivisa dalla pubblicazione ufficiale del Ministero per l'Industria, il Commercio ed il Lavoro, Ufficio Centrale di Statistica, nella quale si è dell'avviso che salvo pochi casi e per lievi differenze, il sistema della rappresentanza proporzionale funziona secondo l'intendimento del legislatore ed assicura una equa rappresentanza ai diversi partiti che avevano raccolto un congruo numero di voti .2)
L'eccellente lavoro di Maria Serena Piretti ha ricostruito, in maniera conveniente e convincente, il complesso dibattito avutosi nei decenni sul sistema proporzionale, mostrando anche nella giusta misura e nei passaggi salienti i dubbi e le perplessità nutriti sul terreno giuridico e su quello politico. Sono riportati e ripresi criticamente pareri e giudizi di grande rilevanza e, sia consentito, di grande attualità, sui quali, più. che opportuna, è necessaria una riflessione storica e una valutazione politica.
Non fanno o non dovrebbero far meditare, infatti, le parole di Luigi Luzzatti, pronunziate in una prolusione accademica del 1911: È manifesto che nessun sistema elettorale può salvare le moderne democrazie dai vizi che le macchiano e dai quali con mirabili sforzi, a cui spetta dopo duri travagli, la vittoria, tentano di liberarsi: la incompetenza, l'arbitrio, l'intolleranza, l'offesa alle libertà individuali, lo sperpero delle pubbliche finanze ?
Non dovrebbe essere più largamente conosciuto e meditato il giudizio, espresso da Filippo Turati nel corso del dibattito parlamentare, che precedette il varo della legge di riforma, secondo cui: il miglior sistema elettorale forse non esiste. Ossia [...] vi sono altrettanti sistemi elettorali, di cui ciascuno è il migliore, a seconda del momento, degli ambienti, delle contingenze, della educazione e delle attitudini di
i) ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA - MINISTERO PER LA COSTITUENTE, Compendìo delle statistiche elettorali italiane dal 1848 al 1934, voi. I, Roma, Stab. Tip. F. Failli, 1946, p. 110.
2) MINISTERO PER L'INDUSTRIA, IL COMMERCIO ED IL LAVORO, UFFICIO CENTRALE DI STATISTICA, Statìstica delle elezioni generali politiche per la XXV Legislatura (16 novembre 1919), Roma, Stabilimento tipografico per l'Amministrazione della Guerra, 1920, p. 20.