Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
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Libri e periodici
ANGELO VARNI - ALBERTO PRETI, La città della frutta. Alta ricerca delle radici storiche di un'esperienza cooperativa cesenate; Repubblica di San Marino, Maggioli Editore, 1989, in 8, pp. 248. S.p.
L'obiettivo di questo lavoro dj ricostruzione storica della coltura e dell'esportazione frutticola nell'area cesenate è stato di collocare la vicenda in esame all'interno di una rete di relazioni che coinvolge fattori locali e referenti di più ampia portata.
Nella prima parte, curata dal Preti, è descritta, innanzitutto, la fisionomia dell'economia mezzadrile cesenate nel nuovo Stato unitario. La nascita di un mercato nazionale evidenziò, infatti, i contrasti tra aree a diversi livelli di crescita, confermando l'esistenza di quelle che Stefano J acini, nell'inchiesta agraria, definì le Italie agricole.
Nel circondario agricolo che andava da Cesenatico alla valle del Borello ed a Sarsina (l'alta valle del Savio era allora in territorio toscano), la stabilità dell'istituto mezzadrile si rifletteva, nella seconda metà dell'Ottocento, in un paesaggio rurale costituito da case coloniche e da colture promiscue, con la prevalenza del frumento, seguito dalla canapa, dal trifoglio, dal gelso e dalla vite maritata all'olmo. Era considerevole, inoltre, rispetto a quanto avveniva nelle altre province della Romagna, la compartecipazione del colono al capitale mobile o agrario. Il ceto contadino era, comunque, in grado di autososten tarsi, grazie ad un rapporto sufficientemente equilibrato fra composizione delle famiglie coloniche ed esigenze lavorative di una media unità poderale. Piuttosto fiorente era pure il settore commerciale. Fra i prodotti di esportazione, il Preti ricorda la canapa grezza, la seta, i cereali, il vino e lo zolfo. Le miniere di zolfo ed uno zuccherificio, costruito nel 1899, campeggiavano nello scarno panorama industriale della Cesena di fine Ottocento per l'entità dei capitali impiegati e per il consistente utilizzo di manodopera, nonché per i risvolti sociali e per l'indotto locale cui diedero vita. Per rispondere alle esigenze di un'economia prevalentemente agro-commerciale, si costituirono a Cesena diversi istituti creditizi. Nel 1842 nacque la Cassa di Risparmio, espressione della classe dirigente locale, formata dai soli proprietari terrieri, che nei decenni successivi all'Unità Si confermò primo istituto bancario cittadino e principale erogatore del credito all'agricoltura. Le si affiancò, nel 1873, la Banca Popolare, prima banca di ispirazione luzzattiana ad essere fondata in Romagna, che consentì di allargare il campo dell'azione creditizia al settore terziario ed in particolare al piccolo commercio. Nel 1908 aprì i battenti la succursale cesenate del Piccolo Credito Romagnolo, l'importante banca privata legata al movimento cattolico. Il Preti pone, poi, l'accento sulla nascita di importanti istituzioni agrarie fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo successivo: il Comizio Agrario circondariale di Cesena, che esplicò le sue funzioni in attività informativo-promozionali; il Consorzio Agrario di Cesena, sorto con lo scopo di acquistare e distribuire merci, prodotti, attrezzi, macchine, scorte vive e scorte morte per l'esercizio dell'agricoltura e per il consumo delle famiglie coloniche, vendere prodotti agrari sia per conto proprio, sia per conto di terzi, dare in prestito o in affitto macchine e attrezzi e facilitare le operazioni di credito agrario dei propri soci; la Cattedra ambulante di agricoltura, che si impegnò nell'organizzazione di campi sperimentali, nella promozione di colture nuove (tabacco, foraggi diversi dal consueto trifoglio e soprattutto mais) e negli esperimenti per l'applicazione del concime azotato alla canapa ed alla barbabietola.
Dopo aver tracciato le linee generali della realtà cesenate, il Preti descrive la nascita ed il cammino della coltura frutticola. La plurisecolare staticità che aveva contrassegnato tale coltura, in larga misura non razionale, promiscua, non intensiva, cominciò ad incrinarsi verso la fine del secolo scorso. Le antiche piante da frutta delle corti, come giuggioli, sorbi, nespoli e melograni, scomparvero, mentre il ciliegio, progenitore della frutticoltura cesenate, si avviò a diventare, agli inizi del secolo XX, una sorta di marchio distintivo, anche per la molteplicità delle sue funzioni: produzione
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