Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
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Libri e periodici
il lavoro degli studiosi, e l'Appendice, contenente 34 lettere di Croce difette a Fortunato Pintor anche negli anni precedenti . 1910 e conservate pressso l'Archivio Centrale dello Stato, fanno di questo libro uno strumento di lavoro indispensabile per chiunque vorrà in futuro studiare l'opera del filosofo napoletano.
Attraverso la lettura del volume, è possibile rendersi conto di quali dimensioni fosse tale opera, frutto di un'attività quotidiana che non conosceva interruzioni, che non tollerava distrazioni e che era sostenuta come nota Spadolini nell'Introduzione (pp. 5-33) dalla fede nel lavoro, dalla disciplina intellettuale rigorosa, dal fervore inesausto della ricerca, anche la più minuta, dalla devozione agli studi (p. 6). Collaboratori pronti e disponibili di Croce erano i bibliotecari; così scrive a Pirttor nel luglio 1925: Io ricorro sempre a voi per i miei studi (p. 181), ed a Chelazzi nel luglio 1936: Non credo siano molti i senatori che la seccano per promuovere le ricerche di erudizione <p. 330). Ai bibliotecari egli si rivolgeva di continuo per proporre l'acquisto di libri e per investirli del compito di ricercare le varie edizioni di un'opera o di individuare le biblioteche romane dove era possibile trovarla (Cfr. G. SPADOLINI, Introduzione, cit., p. 9); ai bibliotecari egli presentava giovani studiosi come Guido De Ruggiero (p. 46) e Giuseppe Prezzolini (p. 76) affinché fosse loro consentita l'utilizzazione delia Biblioteca del Senato per le loro ricerche; a Pintor chiedeva nel 1908 lumi sulla situazione degli archivi, poiché era stato nominato membro del Consiglio per gli Archivi del Regno: Da anni io ho perso il contatto con gli Archivii, a cagione del mutato indirizzo dei miei studii. Ma [...] desidero contribuire nel miglior modo al vantaggio di quegli istituti, e studiare le questioni relative <p. 437).
Anche nel periodo delle due guerre mondiali, il dialogo di Croce con i bibliotecari prosegui intenso ed è possibile cogliere nelle lettere l'eco degli eventi bellici: nel maggio 1917 chiede a Pintor di procurargli un libro di un autore tedesco di argomento certamente [...] inoffensivo (p. 93); il 3 novembre 1918 propone a Chelazzi ora che gli Austriaci sono stati cacciati d'Italia l'acquisto di un libro sulla guerra, perché desideroso di leggerlo per consolarmi in un po' di umanità, trovata in un nemico (p. 120); nel 1941 si lamenta sempre con Chelazzi delle difficoltà di procurarsi libri francesi (p. 377) e tedeschi: L'acquisto di libri tedeschi è ora cosa quasi disperata da parte di un privato [...]. Veda un po' di aiutarmi in questi estremi sforzi di studioso (p. 385); per altri accenni alle vicende belliche della seconda guerra mondiale, vedi anche pp. 407 e 410). Il lavoro del filosofo napoletano non conosceva soste, nemmeno durante i bombardamenti; nel novembre 1941 scrive a Chelazzi: Lei si meraviglierà che, passando le notti quasi tutte sveglio e intronato dai bombardamenti, e costretto a dormire più ore di giorno, io mi occupi di queste cose. Ma come si fa? Bisogna pure continuare i propri lavori, quali che siano (p. 388).
Leggendo le lettere relative alle richieste di prestito ed alle proposte di acquisto, è possibile ritrovare alcuni dei motivi caratteristici dell'opera crociana; innanzitutto, il rapporto con la cultura tedesca: da Treitschke {p. 80) a Sirnmel <p. 98), da Weber (Croce ritiene -assai utile per il pubblico italiano la conoscenza del suo lavoro sul suffragio elettorale e la democrazia politica in Germania, p. 116) a Dilthey (p. 164), da Stammler (p. 173) a von Wiese (del quale chiede il volume dedicato al liberalismo, p. 263), da Romano Guardini (p. 260) a von Pastor (di cui utilizza più volte la Storia dei papi, pp. 276 e 401), da Clausewitz {pp. 296-297) a Burckhardt <p. 335), a Cassirer (p. 402).
Notevole fu l'interesse di Croce per la storia tedesca ed europea (pp. 264-265), soprattutto nel periodo in cui attendeva alla stesura della Storia d'Europa: egli richiese lavori sulla rivoluzione liberale tedesca del 1848 (p. 258) e sulla figura di Bismarck (p. 261); analogo interesse egli mostrò per il liberalismo europeo: chiese in lettura le opere di Macaulay (p. 159) e di Lord Acton (p. 262), oltre ai libri riguardanti Tocqueville, Thiers, Guizot (p. "355).
Le richieste concernenti la figura e l'opera di Francesco De Sanctis (Croce le