Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA ITALO-TURCA 1911-1912; MEZZANO SEBASTIANO LETTERE
anno
<
1992
>
pagina
<
560
>
560
Vita dell'Istituto
Modena, sul tema di Aspetti e momenti della fisica modenese durante i ducati di Francesco lllt Francesco IV e Francesco V ha svelato un aspetto di Modena ai più sconosciuto: l'importanza rivestita dalla nostra città nell'ambito degli studi fisici a partire dal 1760 fino al 1859.
Il prof. Giovanni Santini, ordinario di storia del diritto italiano nell'Università di Modena, ha infine concluso i lavori osservando che una esplorazione sistematica degli archivi italiani e stranieri, specie di quelli austriaci, potrà restituirci il vero volto dei due ultimi duchi di Modena nella loro esatta dimensione storica; una prospettiva europea che tenga conto dei vari Risorgimenti nazionali e dei loro reciproci influssi, ci permetterà, ha soggiunto il prof. Santini, di valutare a fondo l'incidenza della loro opera di amministratori di una monarchia amministrativa che essi, secondo lo stile asburgico, non vollero mai aprire a concezioni diverse da quella della derivazione divina del potere politico. Particolarmente stimolante può essere, ha suggerito il prof. Santini, lo studio della classe forense modenese dell'età del Risorgimento che si pose in collegamento con gli ambienti toscani, piemontesi, napoletani, milanesi, intenta a costruire l'unità giuridica nazionale prima assai che si pervenisse alla unità politica.
Al termine dei lavori, i convegnisti hanno visitato la chiesa di S, Vincenzo in Modena ove si trova il Mausoleo degli Estensi con le tombe dei Duchi e dei loro familiari.
Nel corso dei lavori, il prof. Umberto Marcelli, oltre a portare il saluto ai convegnisti del presidente dell'Istituto, ha deposto a nome dell'Istituto un cuscino di fiori nel Sacrario dell'Accademia Militare.
Walter Boni
NOVARA. Il 4 maggio 1991 il nostro Comitato, d'intesa con la città di Verbania-Pallanza e con l'Archivio di Stato di Novara, ha organizzato un convegno per celebrare un'illustre famiglia novarese, quella de I Cadorna . Carlo, Raffaele e Luigi Cadorna sono stati ricordati in una eccezionale cornice di pubblico, di sole e di lago, ed in presenza di autorevoli rappresentanti della nostra amministrazione, tra i quali spiccavano il prefetto Vittorio Jannelli e Vittorio Beltrami, ex presidente della Giunta regionale. Da Torino è giunto il gen. Corrado Raggi, comandante della Regione Nord-Ovest e da Roma il col. Amico, dell'Ufficio storico dell'Esercito. Il sindaco di Verbania, Bartolomeo Zani, ha aperto i lavori, leggendo dapprima un messaggio di Giovanni Spadolini e focalizzando poi l'attenzione sullo spirito della manifestazione. Subito dopo Arturo Colombo, docente di storia delle dottrine politiche all'Università di Pavia, ha assunto la presidenza del Convegno.
Franco Della Peruta, dell'Università di Milano, ha attirato l'attenzione del pubblico con ampie pennellate sull'atmosfera dell"800, come poteva essere vissuta dai Cadorna . Romano Ugolini, dell'Università di Perugia, si è occupato di Carlo Cadorna. Dal suo contributo è emerso un personaggio perennemente dibattuto tra il dovere di laico verso uno Stato che andava sempre più nettamente separando i confini con la Chiesa di Roma e l'intima coscienza, penetrata da una profonda religiosità. A Marziano Brignoli è toccato parlare dei militari Raffaele e Luigi. Del secondo ha voluto sfatare le fantasie di poco conto che ancor oggi fanno presa su un pubblico facile all'emozione.
Una lieta sorpresa è venuta dall'allieva di una delle scuole superiori locali, Elena Campanello. Dal settembre precedente il liceo classico Tonolli , lo scientifico Galois , il professionale Franzosini e il Collegio Santa Maria avevano organizzato gruppi di studio perché effettuassero ricerche su filoni storici intorno alla tematica del convegno. La Campanello ha presentato le conclusioni di uno di questi gruppi. Con freschezza tutta giovanile ha riferito degli anni trascorsi a Pallanza da Carlo Cadorna, seguendolo nei primi passi dì amministratore pubblico e di avvocato. L'oratrice ha giustamente concluso che se si trattò di attività di modesto rilievo, esse costituirono un apprendistato fecondo e segnarono la prima tappa di una brillante, benché ancor oggi poco conosciuta, carriera politica .