Rassegna storica del Risorgimento

BORBONE CARLO DI, PRINCIPE DI CAPUA; ZUPPETTA LUIGI
anno <1993>   pagina <4>
immagine non disponibile

4
Romano Ugolini
hanno nulla a che fare con Mazzini e la Giovine Italia . Già questa confusione la dice lunga sulla profondità del suo impegno politico; a ciò si aggiunga il fatto che egli nulla ci dice sulla natura di tale impegno, né altre fonti ci aiutano fornendo elementi chiarificatori. Tali considera­zioni ci portano a concludere che l'indubbia volontà antigovernativa abbia portato Zuppetta a compiere atti imprudenti e ad avere superficiali con­tatti con persone sospette, ma che non si possa parlare di un vero e proprio impegno cospirativo. Le colpe di Zuppetta sembrerebbero limitarsi ad amicizie compromettenti e a 'lezioni private piuttosto liberali , e ciò si addice molto bene allo spirito esuberante del nostro personaggio che, come vedremo, era più consono all'azione spettacolare e pubblica che alle noiose esigenze della cospirazione segreta. Una tale personalità era la più adatta ad attirare l'attenzione delle spie e la sorveglianza della polizia e così, nel clima dei processi politici del 1843 a Napoli seguiti alla scoperta delle trame di Musolino, Zuppetta fu avvisato da un commissario di polizia che per lui stava per essere emesso un mandato di arresto, causato proprio dai sospetti che il suo comportamento suscitava. Zuppetta pensò che fosse più conveniente cambiare rapidamente aria in attesa che la situazione a Napoli si decantasse, e in tutta fretta, alle quattro del pomeriggio del 28 giugno 1843, si imbarcò munito di un falso passaporto intestato ad un allievo di Avellino, Giuseppe de Miranda.
Zuppetta aveva avuto numerosi studenti greci ai suoi corsi giuridici e pensava di raggiungere ad Atene uno di essi, divenuto un altolocato professore, che gli avrebbe potuto assicurare la protezione del Governo greco. L'ex allievo si era però nel frattempo trasferito a Parigi, e così Zuppetta, dopo essere passato da Malta e Corfù nel viaggio verso Atene, ripassò da Corfù e nel settembre si stabilì definitivamente a Malta, dove lo studioso di diritto avrebbe avuto maggiori possibilità di guadagnarsi da vivere dando lezioni private ed esercitando la professione forense, in attesa di poter ritornare, passata la bufera politica, a Napoli a riprendere l'attività interrotta.4) A Malta Zuppetta, pur distinguendosi dagli altri esuli per una più elevata posizione professionale, non destò all'inizio sospetti di una eccessiva coloritura politica; al contrario, le autorità britanniche gli assicurarono protezione, simpatia ed aiuto in modo particolare, proprio perché il valore dello studioso e l'assenza di una pronunciata valenza politica facilitavano un tranquillo e produttivo inserimento nella realtà della società maltese. Ma Zuppetta non era proprio la personalità tesa ad interpretare quanto desiderato dalle autorità: diede lezioni private, si interessò alla vita istituzionale dell'isola e ai suoi codici, curò una nuova edizione dei propri lavori scientifici 5) fin tanto che gli rimase la speranza di rientrare a Napoli, ma quando capì che la situazione nella capitale e nello Stato borbonico tendeva a complicarsi più che a decantarsi,
*) Sulle fasi e sulle modalità della fuga di Zuppetta da Napoli a Malta si veda Giù la Tirannide!, 13 giugno 1846, n. 6. Su tale giornale ci dilungheremo in seguito nel testo.
s> Si trattuva di una nuova edizione, la terza, della sua Metafisica delia Scienza e delle leggi penali, Malta, Tip. Cumbo, 1844.