Rassegna storica del Risorgimento
DE SANCTIS FRANCESCO
anno
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1993
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pagina
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17
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Francesco De Sanctìs educatore e ministro 17
Ecco il senso in cui, per il De Sanctìs, l' istruzione non doveva andar disgiunta dall' educazione :
Una scuola non mi par cosa viva ecco una delle formulazioni desanctisiane più famose e più citate, che vale sempre la pena, però, di tornare a meditare se non a questo patto, che accanto all'insegnamento ci stia la parte educativa; una ginnastica intellettuale e morale, che stimoli e metta in moto tutte le forze latenti dello spirito [...]. Ciò che un giovane dee domandare alla scuola è di esser messo in grado che la scienza la cerchi e la trovi lui. Perciò la scuola è un laboratorio, dove tutti sieno compagni al lavoro, maestro e discepolo, e che il maestro non esponga solo e dimostri, ma cerchi e osservi insieme con loro, sì che attori sien tutti, e tutti sieno come un solo essere organico, animato dallo stesso spirito.6> E ribadiva qualche pagina più in là: Cominciai la scuola con questo disegno, di associare i giovani al mio lavoro, e fare che ciascuna lezione fosse il prodotto di un lavoro collettivo .
Credo che in questa convinzione profonda nutrita dal De Sanctis, cioè che l'addestramento tecnico, il sapere ridotto in pillole e somministrato in domande e risposte, non valgono nulla senza l' educazione , senza l'organicità dell'insegnamento, senza la viva partecipazione del discepolo a quello che impara; credo che in questa convinzione profonda, dicevo, stia lo spartiacque netto fra il De Sanctis e il positivismo.
In fondo, anche la sua idea che abbiamo appena visto, che i giovani dovessero prima di tutto essere messi in grado di imparare ad imparare, rispondeva ad una esigenza politica, prima ancora che pedagogica, in chiave risorgimentale. È stato scritto in proposito che il De Sanctis avverte con piena consapevolezza storico-politica che la raggiunta unità politico-territoriale e le conquistate libertà ed indipendenza, non possono costituire un traguardo ultimo e definitivo .
E qui stava anche, a pensarci bene, la vera originalità del De Sanctis come ministro della Pubblica Istruzione; perché egli per primo sentì con forza, come ministro, il problema educativo , mentre i ministri che l'avevano preceduto, in Piemonte e in Italia (sto pensando ad esempio al Mamiani, che fu ministro subito prima del De Sanctis) avevano avvertito di più il problema scolastico , cioè dell'organizzazione e della diffusione della scolarità. E sarà proprio questo aspetto educativo che verrà ripreso, guarda caso, dall'idealismo, una trentina d'anni dopo la morte del De Sanctis.
C'è poi da dire che il De Sanctis non condivise mai quella fiducia cieca ed acritica, quella infatuazione per le scienze che era il punto debole, teoricamente parlando, del positivismo più convinto. Forse, fra
*) Cfr. FRANCESCO DE SANCTIS, Scritti e discorsi sull'educazione, a cura di RENATO BERTACCI-IINI, Firenze, La Nuova Italia, 1967, pp. 117-118. La citazione seguente è tratta da p. 120.
7) Cfr. GIUSEPPE CALANDRA, La pedagogia italiana dell'Ottocento, in AA.W., La pedagogia. Storia e problemi. Maestri e metodi. Sociologìa e psicologia dell'educazione e dell'insegnamento, diretta da Luigi Volpiceli!, voi. Vili, Storia della pedagogia, Milano, Vallardi, 1971, p. 812.