Rassegna storica del Risorgimento
DE SANCTIS FRANCESCO
anno
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1993
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pagina
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19
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Francesco De Sanctis educatore e ministro 19
pensiero desanctisiano verrà volutamente trascurato ed emarginato proprio da quell'idealismo che pretenderà di tornare al De Sanctis:
Io non esito a dire solamente questo, che un gran peccato dei ministeri della Pubblica Istruzione (parlo ora di un fatto generale, di storia generale, appartenente a quasi tutta l'Europa) è stato il rimanere trincerati in mezzo al greco e al latino, in mezzo ai dizionari e alle biblioteche, in mezzo al quadro ristretto ereditato dal Medioevo, università, ginnasi e licei, mentre tutta l'Europa civile manifestava i nuovi bisogni, mentre tutto andava innanzi, e mentre gli uomini speciali, i quali reggevano altri ministeri, provvedevano, incaricandosi essi dell'istruzione nelle materie speciali .10)
Non solo quindi per il De Sanctis era necessario che gli istituti tecnici passassero al ministero di Agricoltura e Commercio, ma organizzare le scuole speciali diventava per lui la più importante cosa che quel nuovo ministero, appena istituito, fosse chiamato a fare.
D'altra parte, per il De Sanctis la questione dell'insegnamento andava sempre vista come una questione di uomini più che di strutture o di metodi; e questo, se lo portava a sottovalutare certe questioni di carattere burocratico-amministrativo, dall'altra lo spingeva a considerare come centrale la questione degli insegnanti e della loro formazione professionale. Tanto che una buona scuola voleva quasi dire, per lui, buoni insegnanti:
Né alcuna cosa ci pare più acconcia a destare nell'animo de' professori quell'amore della gioventù, senza il quale l'insegnamento è esercizio meccanico e pedantesco. E a noi è avviso, che quel professore il quale non abbia altra corrispondenza co' giovani che quel legale intrattenimento, che dicesi lezione, rassomiglia ad un capitano, il quale non abbia altra pratica e conoscenza de' suoi soldati, che ne' militari esercizi .u>
Ed osservando che per troppo tempo gli insegnanti erano stati tenuti in troppo scarsa considerazione, aggiungeva cose che ogni ministro della Pubblica Istruzione probabilmente ha sempre pensato, ma che non tutti hanno avuto il coraggio di dire, e soprattutto non tutti hanno avuto il coraggio di applicare e di mettere in pratica:
In effetti, il professorato non sarà mai ima seria istituzione nel nostro paese, ove non sia collocato in altissimo luogo, che gli concili riverenza ed ossequio. A perdere un uomo basta menomargli la stima, ed una classe di cittadini dispregiata diviene dispregevole .
Il suo modello ideale di insegnante era rimasto il marchese Basilio Puotij e questo non dovrà sorprendere, se si considera che dal punto
" Ivi, p. 113.
") Cfr. FRANCESCO DE SANCTIS, Scritti pedagogici, cit., p. 117. La citazione seguente è tratta dalla stessa pagina.