Rassegna storica del Risorgimento

DE SANCTIS FRANCESCO
anno <1993>   pagina <28>
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Antonio Carrannante
deva i limiti e i rischi di quelle misure, che se per un verso decentra­vano i gangli decisionali, dall'altro però moltiplicavano gli uffici e pote­vano rappresentare un passo indietro sulla via della deburocratizzazione :
La pubblica opinione, non giova dissimularlo, ha accolto poco favorevol­mente questo moltiplicarsi che si è fatto di autorità scolastiche, senza che, per intromettersi di tanti, né gli affari abbiano acquistato maggior speditezza, né lo andamento dell'istruzione maggior vigore e disciplina. Più si sono moltiplicate le ruote e più lento e impacciato è il cammino .
Non si trattava infatti, com'è ovvio, solo di decentrare il potere, ma anche di renderlo più agile e democratico : Di che la cagione è a suo avviso quello stato di perpetua tutela in cui è tenuta la pubblica aniministrazione . Perché dove non ci è responsabilità, non si sviluppa il sentimento del dovere né l'amore della lode e la soddisfazione del buon successo. E aggiungeva qualcosa sul comportamento di un ministro coi subordinati; qualcosa che vale però a tutti i livelli della gerarchia (e quindi, mutatis mutandis, sul comportamento dell'insegnante con gli allievi): Un ministro che considera i suoi funzionari come macchine e che li avvolge in una rete di minute pratiche e regole, che mette innnanzi se stesso lasciando loro nell'ombra e nell'oblio, può essere, come un re assoluto, ubbidito, non mai secondato ed illuminato .
Credo che occorra distinguere bene perché mi pare che fosse già ben distinto nel pensiero del De Sanctis il problema della buro­cratizzazione dall'altro problema dell'accentramento.
La eccessiva centralizzazione per il De Sanctis non può che recare danni. E come correttivo ed antidoto, il De Sanctis pensava (già nel marzo del 1849) all'istituzione di una Commissione provinciale e, soprat­tutto, di un Consiglio di istruzione composto dagli insegnanti di ogni scuola (l'attuale Collegio dei docenti). Se poi si osserva che il De Sanctis avrebbe voluto coinvolgere anche i genitori degli alunni alla gestione della scuola (il De Sanctis, per essere più precisi, pensava ai padri di famiglia, escludendo naturalmente le madri...) e che proponeva a questo scopo che sia da loro eletto un consiglio di amministrazione e di disciplina, con attribuzioni e poteri speciali, possiamo renderci conto anche per questa via della modernità delle sue vedute.32)
E da questo punto di vista può risultare istruttivo rileggere l'articolo pubblicato anonimo dal De Sanctis su L'Italia del 24 aprile 1865; articolo tutto concentrato sui problemi delle scuole superiori, ma che ci rivela egualmente in pieno la filosofia scolastica del De Sanctis. 11 quale, innanzi tutto, nonostante il proprio amore per gli studi umanistici, con­fessava di non poter opporsi alla tendenza verso gli studi tecnici, oramai in via di completa affermazione:
Quanti pochi ci sono oggi tra noi che conoscono il latino? quanti pochissimi il greco? I giovani dicono: E dopo che avremo imparato il latino e il greco che faremo? quale sarà il nostro avvenire? E perché dobbiamo perdere
32) cfr. FRANCESCO DE SANCTIS, Scritti pedagogici, clt., p. 118,