Rassegna storica del Risorgimento
DE SANCTIS FRANCESCO
anno
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1993
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pagina
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31
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Francesco De Scmctis educatore e ministro 31
Finanze) la costruzione degli edifici scolastici anche nei paesi più piccoli, si sarebbe venuti a capo di quel problema. Ma il nodo più complicato da sciogliere, per il De Sanctis, era un altro: quello del reclutamento e della formazione dei maestri. E soprattutto, sarebbe risultato difficile trovare maestri (o meglio maestre, giacché anche per il De Sanctis, come per tutti gli intellettuali dell'epoca, la maestra era preferibile al maestro, per una certa vocazione naturale all'insegnamento)38) disponibili ad insegnare nei piccoli villaggi rurali:
La grande difficoltà è di trovare maestri che vadano ad inselvatichirsi tra selvatichi, che vadano nei piccoli villaggi, in mezzo ai monti e tra le nevi, e che rinuncino a tutti i comodi, a tutte le abitudini della vita. Perciò credo che il miglior pensiero sia quello di reclutare ivi stesso i maestri, e che possa essere utile, poiché essi non possono venire a noi, che noi andiamo a loro fondando nei loro monti scuole magistrali-rurali le quali diano esempio vivente dei benefizi che possono ritrarre dalla scuola .39)
Ma non solo occorre formare i maestri; occorrerà anche assicurare loro una decorosa posizione economica e, soprattutto, una garanzia di sopravvivenza per la vecchiaia, con l'istituzione effettiva di quel fondo pensioni previsto da una legge del 1869, ma rimasto sempre sulla carta. E siamo ancora, con il reclutamento e la formazione di maestri, in un ambito che in un certo senso viene prima del problema vero che era, ed è, e sarà sempre un altro: non vale tanto estendere l'istruzione, quanto domandarci: che qualità d'istruzione noi vogliamo dare al popolo? .
Questo discorso del 30 maggio 1878 ebbe anche una grande importanza metodologica, perché forse per la prima volta un ministro della Pubblica Istruzione dichiarava con tanta lucidità la sua inclinazione per una scuola attiva e per il metodo intuitivo nell'insegnamento elementare; metodo basato (c'è proprio bisogno di ripeterlo?) sullo studio delle cose, per cui si educa nei fanciulli il senso del reale e lo spirito d'osservazione, e si corregge così in essi l'esuberante immaginazione, che li condurrebbe al fantasticare ed all'ozio intellettuale, che fa poco disposti all'operare, mentre è l'operare che solo ha valore nella vita.40)
I
Questo continuava il De Sanctis è quello che nelle scuole si chiama
il metodo intuitivo, e che gli americani chiamano la lezione delle cose, ed è questo il modo di suscitare nell'animo quello spirito di osservazione e quel senso del reale, che sono i due contrappesi ad un'immaginazione morbosa. Quando
39 Su questo pregiudizio , assai diffuso nell'Ottocento ed oltre, cfr. CARMELA COVATO, Sapere e pregiudizio. L'educazione delle donne fra 100 e '800, Roma, Archivio Guido Izzi, 1991.
35) Cfr. FRANCESCO DE SANCTIS, Scritti e discorsi sull'educazione, cit, pp. 165-166. La citazione seguente è tratta da p. 168.
4) Cfr. MARTA CAROSELLI, Cenni sulle idee pedagogiche di Francesco De Sanctis, Napoli, 1907, p. 24.