Rassegna storica del Risorgimento
DE SANCTIS FRANCESCO
anno
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1993
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pagina
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32
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32
Antonio Carrannante
il giovinetto si avvezza ad analizzare un oggetto reale, quando ne vede tutte le parti, quando comincia a sentire in esso che cosa è ordine, che cosa è proporzione, che cosa è armonia, che cosa è bello, credete voi che ci sia necessità di considerazioni estetiche e filosofiche per formare il suo gusto? Non credete che l'educarlo in quel modo sia dargli quell'impressione immediata, quel senti mento che spesso è una garanzia di sano giudizio, più che tutte le opinioni e le dottrine astratte che si leggono nei libri?.41)
Ma questo discorso alla Camera risulta poi ricchissimo di tante altre indicazioni, di tante altre osservazioni acute ed ancora attualissime; come è ad esempio quella secondo cui, a giudizio del De Sanctis (che in questo caso si differenziava da Carlo Matteucci)42) ad innalzare il livello qualitativo degli studi superiori non era sufficiente una maggiore serietà negli esami finali: era necessaria anche una maggiore selezione negli esami di ammissione. E certo, una esposizione così scheletrica del suo pensiero susciterà mille perplessità nei lettori più attenti ed informati. Ma sentiamo allora direttamente il De Sanctis; vedremo facilmente che qui il ministro della Pubblica Istruzione si poneva un problema che ancora oggi, in una realtà pur così radicalmente diversa, ogni insegnante di scuola superiore con un minimo di sensibilità professionale s'è dovuto porre, e si deve porre, si può dire, anno dopo anno, se non giorno dopo giorno:
Io trovo, guardando alla base dell'istruzione secondaria, che gli esami d'ammissione, per rispetto all'esame liceale, sono esami di forma piuttosto che di sostanza. Insino a che entrino così facilmente, nelle prime due classi di ginnasio, giovani diseguali di valore, mal preparati, proprio là dove è la base di tutto l'edificio, e dove pur trovo la parte più scadente, più abbandonata dell'istruzione secondaria; io vorrei che tutto quel rigore che si mette all'ultimo, fosse messo nel principio, usando una giusta severità negli esami di ammissione e in quelli di promozione.
Perché, cosa volete? Quando il giovane trova intoppi al principio, voi gli potete dire: amico, non sei nato a questo: fa altra cosa. Ma quando questo giovane, con una certa mollezza e facilità, voi lo avete condotto per 8 anni, e all'ultimo abbandonate il suo destino al caso di un quarto d'ora di timidezza giovanile, o di un esaminatore nervoso, e quindi lo costringete a ripetere ancora l'anno e all'ultimo gli dite: questa non è cosa per te, fa altro mestiere: la è cosa crudele, io avrei preferito che glielo aveste detto fin da principio. Sicché per questa parte io credo che mantenendo pure una certa severità verso la fine, si debba invigilare con attenzione nei diversi gradi dell'insegnamento.42)
Ma il De Sanctis come ministro dovette lottare contro mali antichi della cultura italiana, come la stagnazione culturale che derivava dalla mancanza, in Italia, di un pubblico maturo, o come il provincialismo di tanti uomini politici che criticavano certe spese per la ricerca, che allo stato delle cose erano davvero indispensabili, se non si voleva lasciare
4i) eh*. FRANCESCO DB SANCTIS, Scritti e discorsi sull'educazione, cit., p. 171. ) Ivi, p. 173,