Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
anno <1993>   pagina <38>
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38 Vincenzo G. Pacifici
né gli scopi né i risultati e constata che le riforme amministrative orispine non costituiscono e non provocano rotture . Sarebbe singolare la sottolineatura trova concordi quanti vedono nelle vicende nazio­nali un filo continuo, privo di rotture e di capovolgimenti che un paese che nella sua storia sociale e politica non ha conosciuto la rivolu­zione, l'avesse incontrata proprio nella sua storia amministrativa .
Dalla ricerca osserva ancora Roteili emerge la prova che in singole situazioni, anche diffuse, specie nel Mezzogiorno, d'autorità pre­fettizia possa apparire ed essere, nonché espressiva, anzi protagonista di un'azione positiva di promozione economica e sociale . Considerata questa importante affermazione, che esce finalmente dal coro delle disapprova­zioni e delle critiche mosse talora acriticamente all'organo prefettizio, senza dimenticarne i tratti somatici, è giunto il momento, in campo sto­riografico, di riflettere e di studiare comparativamente gli atteggiamenti ed i comportamenti di fronte al potere politico di altri grands commis dello Stato, quali i diplomatici ed i magistrati
Fausto Fonzi ha già giudicato importante VIntroduzione di Guido Melis alla sezione relativa ai Ministeri, specie nel passaggio in cui rav­visa nell'età crispina, pur tra concreti interrogativi circa l'incidenza pra­tica, l'avvio del cammino che porterà sotto Gioii tri a meglio definire i rapporti tra politica e amministrazione .">
Ora, al di là del limite della scarsa conoscenza della macchina buro­cratica, Melis considera il leader siciliano un convinto assertore in parlamento e nell'attività di governo della modernizzazione dell'appa­rato pubblico .12> Nota poi che al riformatore Crispino siano apparsi soprattutto indilazionabili i problemi del rapporto tra politica e ammi­nistrazione e ne individua il limite più. consistente nella separazione risolta sempre più nel tacito riconoscimento di reciproche sfere di in­fluenza . Il fenomeno e giungiamo così alla nota dolente non può essere conosciuto e valutato completamente e pienamente a causa della lacunosità delle fonti, tuttora solo parzialmente disponibili.
Nella prima sezione del voi. I sono presi in esame alcuni dicasteri essenziali (Interni, Esteri, Poste), la Presidenza del Consiglio e il processo istitutivo della figura dei sottosegretari.
Il rapporto sulla Presidenza del Consiglio, redatto da Paola Ca­nicci, ha la fortuna di avere una base archivistica solida ed organica (le carte della Presidenza (rappresentano una delle fonti più ricche conservate presso l'Archivio Centrale dello Stato) e tiene conto a più riprese delle difficoltà che si incontrano nel definire la configurazione istituzionale del presidente del Consiglio e del Consiglio dei ministri e le loro rispettive funzioni , nonostante la vastità della pubblicistica giu-
n> F. FONZI, La trasformazione dell'organizzazione politica nell'età crispina, ivi, p. 45.
12) Anni or sono un avviso identico è stato espresso da R. GIUFFRIDA, Francesco Crispi e il problema della riforma delle strutture amministrative dello Stato italiano, in Rassegna storica del Risorgimento, LUI (1966), p. 283.